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“Anatomia della solitudine”, Manuel Cossu presenta la sua mostra a Pietrasanta In evidenza

di Francesco Vito Ciaravino - L'inaugurazione si terrà sabato 5 aprile alle ore 18.00.

Il singolare e ormai affermatissimo artista spezzino ritorna a incontrare il suo pubblico, e questa volta lo fa a Pietrasanta, in una mostra che inaugurerà sabato 5 aprile, nelle due sedi della Galleria Giovanni Bonelli in via Nazario Sauro 56, e in Piazza del Duomo. Cossu, figura pittorica fuori da ogni schema codificato dell’attuale scena contemporanea, costruisce una pantagruelica mole di lavoro fatto di disegni, pittura, scritti e raccolte tematiche. Solo nell’ultimo anno ha pubblicato due libri per Andante Books, uno dedicato alla figura del poliziotto americano (Cops) e l’altro, intitolato “26.12.1958”, legato alla visita di Papa Giovanni XXIII al carcere di Regina Coeli.

Il titolo della mostra è rivelatore: “Il filo conduttore, come è facile intuire, è il sentimento della solitudine e la maniera in cui questa tocca qualsiasi essere vivente, almeno una volta nella vita. I personaggi che ho dipinto e che propongo al pubblico in quest’occasione, non li reputo oggettivamente soli o sofferenti in questo senso, ma, riflettendoci, immagino che in certi contesti o momenti della loro esistenza, anche loro abbiano provato un tale senso di lontananza da sé e dal mondo. Per questo” – prosegue – “nelle mie tele li ho elevati ad ambasciatori della solitudine”.

Nelle opere di Cossu, in generale, c’è sempre un grande spazio per uno studio rispettoso del topos del “reietto”, il quale, concorde alla sua visione di tale soggetto tematico, essendo fuori da qualsiasi senso di comunanza, egli stesso interagisce con altri suoi simili, costituendo quella cerchia di cui comunque non si sentirà mai partecipe: “La solitudine, talvolta, è una chimera implacabile, non condivisibile e radicalmente soggettiva. Certo, ci sono vari modi per sentirsi meno soli, ma queste strade hanno il sapore di un effetto placebo. Mi vengono in mente radio, TV e i libri. Ottimi espedienti per fuggire momentaneamente da una condizione assillante piantata nella testa, ma che in realtà, svelano la loro matrice di amplificatori di solitudine. Esporsi fin da giovani poi a questo sentimento, ci porta in futuro a essere più tendenti a porci in ascolto, talvolta addirittura ci cattura, della solitudine altrui”.

L’artista tutto spezzino, come da tradizione, propone una visione estremamente personale e provocatoria della questione, sorprendendo per il suo inconfondibile stile comunicativo.

La mostra sarà visitabile fino al 25 aprile nei consueti orari (dal giovedì alla domenica 11-13 e 16-20) o su appuntamento.

 

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