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C'è anche l'impronta spezzina nel film "Il monaco che sconfisse l’Apocalisse", candidato al David di Donatello In evidenza

Grande successo per la prima proiezione al cinema Il Nuovo.

Un successo la prima spezzina al cinema Il Nuovo per il film di Jordan River, Il monaco che sconfisse l’Apocalisse, pluripremiato in numerosi film festival e ora anche candidato al David di Donatello.

Alla proiezione presenti i fratelli Davide e Massimo De Stefano, rispettivamente scenografo e arredatore, originari del comune di Vezzano Ligure. La visione è stata preceduta dall’intervento del Sindaco di Vezzano Massimo Bertoni che ha espresso parole di elogio per i due fratelli che rappresentano un’eccellenza della provincia spezzina e di Don Luca Palei (Direttore della Caritas diocesana) e don Federico Ratti (parroco delle parrocchie di Vezzano e del Molinello) che hanno parlato della figura del religioso e della recente causa di beatificazione avviata dal Papa. Al termine del film Davide e Massimo De Stefano si sono intrattenuti con il pubblico rispondendo alle numerose domande.

La pellicola racconta la storia del monaco Gioacchino Da Fiore, vissuto nel XII secolo e morto intorno al 1202, è lo stesso Gioacchino anziano e in punto di morte a narrare il suo percorso spirituale. Nato in terra calabrese, persegue un lungo viaggio mistico lontano dai progetti che il padre, notaio, ha per lui. Viene ricordato come una delle figure più importanti della teologia medievale.

Film potente e fortemente evocativo, in cui la narrazione si sviluppa soprattutto attraverso le immagini, la fotografia, gli scenari epici e scenografici. Le musiche originali del film sono state composte dal pluripremiato Michele Josia, scenografia e arredamento dei fratelli Davide e Massimo De Stefano.

Il racconto di una figura, quella di Gioacchino da Fiore, che ha anticipato i tempi di San Francesco: un uomo di Chiesa con il dono della profezia che ha lasciato in eredità un forte messaggio di speranza per tutta l’umanità. Un viaggio intenso e toccante che scuote i cuori e percuote l’animo umano e che ci invita a risvegliare le nostre coscienze e a riconnetterci con i valori fondamentali che ci uniscono come esseri viventi. Come diceva Gioacchino: «Il fiore non è ancora frutto ma è la speranza del frutto»

Una produzione che è riuscita nell’impresa titanica di realizzare un film di grande impatto emotivo, con mezzi limitati, sfruttando luoghi inesplorati della nostra Italia, in particolare del Lazio e della Calabria, diventati location perfetta per le vicende narrate da Gioacchino. Luoghi naturalisti unici nel sud italiano, location mozzafiato, percorsi magici e pieni d’incanto, primo tra tutti Blera, l’antico ponte romano a tre arcate, tre archi che ricordano i tre cerchi trinitari disegnati da Gioacchino nell’undicesima tavola del Liber Figurarum.

 

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