Un momento di grande commozione per tutti i presenti, venerdì scorso 18 ottobre, durante l'evento organizzato dal Centro Culturale Don Alberto Zanini per ricordare il Sacerdote scomparso prematuramente il 20 marzo 1992 a seguito di un incidente sulle Alpi Apuane.
L'Auditorium gremito, in tanti hanno voluto ricordare Don Alberto, chi con la propria presenza, chi raccontando e testimoniando l'incontro con lui, sia in sala che attraverso dei videomessaggi.
L'incontro è stato aperto da un canto che Don Alberto amava moltissimo, "Non c'è nessuno", quindi ha preso la parola la Dott.ssa Alessandra Massei, presidente del Centro Culturale Don Alberto Zanini, che ha spiegato il significato del titolo della giornata, "Parlami di Alberto": "Questo tema nasce proprio dall'incontro indimenticabile con lui di tante persone, nasce tanti anni fa, Alberto è ancora presente tra noi. L'ho scoperto ascoltando i racconti di coloro che lo hanno conosciuto ed anche io attraverso le loro parole sto conoscendo questa persona straordinaria. Chi è presente qui oggi, ha un filo diretto con questa storia e la presenza di Alberto. Questi incontri colpiscono, sono parole che aprono il cuore".
Ha preso poi la parola l'Assessore Manuela Gagliardi che ha portato il saluto del Sindaco Peracchini. "Mi fa molto piacere essere qui, anche se non ho avuto l'opportunità di conoscere Don Zanini, mi ha colpito molto la sintesi che ho letto della sua vita. Ho letto un articolo della stampa che diceva il sacerdote che sapeva parlare ai giovani: credo oggi sia uno dei temi più importanti che questa società debba affrontare. I ragazzi sono spesso soli, a volte non si sentono ascoltati, vivono difficoltà che gli adulti non riescono a comprendere. Quindi una persona come Don Alberto Zanini, oggi sarebbe stata ancora più preziosa. Il fatto che ce lo raccontino persone che hanno avuto con lui un contatto diretto e che vengono qui a parlare di lui, è come se fosse ancora qui, presente fra tutti noi e come se ancora lasciasse il suo insegnamento, e proseguisse il suo modo di affrontare le questioni dei giovani. Penso che questo possa essere di grande spunto e stimolo per tutti noi".
Umberto Casotto, moderatore dell'evento, ha spiegato che il titolo dell'incontro viene da alcune parole pronunciate da Don Giussani dopo la morte di Don Alberto. Chiamò a Milano Anna Riccardi, amica del Sacerdote, e le disse proprio "Parlami di Alberto". "Io penso che in realtà sia proprio Alberto che ci parla, ci parla ancora perché le sue parole dette tanti anni fa, sembrano pronunciate oggi, come ducumentano le testimonianze che sono raccolte nei testi a lui dedicati. Parla attraverso i suoi amici. Io non l'ho conosciuto, l'ho incontrato attraverso Anna che mi ha portato i suoi scritti: ho solo ordinato per argomenti quello che aveva scritto lui, come se avessi scritto sotto dettatura, e ho incontrato un uomo vero, un 'amico buono', che ti dà il suo tempo. Il tempo può essere vuoto, oppure pieno, pieno di sguardo, attenzione e parola, quindi di significato. Ho incontrato un uomo che era capace di incontrare tutti, anche chi era molto diverso da lui. Era un uomo pieno di memoria, per lui un'esperienza concreta".
Presente all'evento anche S.E. Il Vescovo Luigi Ernesto Palletti che ha portato una sua testimonianza: "Non ho conosciuto personalmente Don Alberto, ma anche io lo conosco attraverso gli scritti e le testimonianze. Si rimane molto colpiti soprattutto per la semplicità della sua figura, una semplicità che coinvolge e che io chiamo "santità della normalità", che viene da Dio ma che passa dall'umano. Nel suo cammino quotidiano, viene valorizzata la Provvidenza e la presenza di Dio, ed è bello leggere la sua vita dentro questa luce, ne dà il significato più profondo. Il credente la riconosce, gli altri possono coglierla come mille fattori che si possono giustificare, ma che è difficile focalizzare. E poi l'attenzione ai giovani, un'attenzione coinvolgente, di chi fa le cose convinto nella potenza dello Spirito, che fa parte della sua vita. Le persone sono sempre difficili da conoscere".
Prima di ascoltare le testimonianze dirette di alcune persone che hanno conosciuto Don Alberto, prende la parola Pierluigi Castagneto, autore di uno dei testi dedicati al Sacerdote, che ha detto: "Ho deciso di scrivere il libro dedicato a Don Alberto dopo aver fatto un giro sul Monte Sagro. Ho pensato a lui e mi sono detto che dovevo fare qualcosa per passare dalla dimenticanza al ricordo. Ho quindi ricostruito, con la tecnica giornalistica delle testimonianze, i fatti del marzo 1992. Quindi, intervistando la sorella Beatrice e altri testimoni, ho ricostruito momenti importanti della vita di Don Alberto ed è venuto fuori un testo semplice, per le persone che non lo hanno conosciuto. Mi ha colpito molto il ricordare, il fare memoria affinché una storia diventi nostra. So di aver causato sofferenze con il mio racconto, ma credo che il dramma vada guardato in faccia, non bisogna dimenticare nulla, i fatti se raccontati possono portare anche a comprendere qualcosa".
Alcune testimonianze di chi ha conosciuto Don Alberto
Una dopo l'altra ecco le testimonianze su Don Alberto fatte durante l'incontro da chi lo ha conosciuto.
Gabriele: Quando ho conosciuto Don Alberto avevo 13 anni, abitavo a Vernazza, a quell'epoca un paesino chiuso, dove lo stereotipo del parroco era una persona di una certa età che si vedeva durante le funzioni e poco più. Anche le persone che andavano in chiesa erano prevalentemente persone adulte, anziane e qualche ragazzino, che attraversava la piazza con gli altri che lo guardavano quasi prendendolo in giro. Un giorno succede qualcosa, arriva a Vernazza questo giovane parroco con i capelli rossi e inizia a frequentare il paese, a viverlo, a parlare con tutti, soprattutto con le persone che non andavano in chiesa o che avevano problemi. Le persone iniziano ad amare questo giovane ragazzo, che spesso si metteva anche a giocare a pallone con i giovani. Un giorno mi ha invitato ad andare in canoa. Il mare piatto tra Vernazza e Monterosso, con lui che mentre mi spiegava come andare in canoa, parlava con me di tanti argomenti. Ad un certo punto tutti quei ragazzini che dapprima stavano in disparte, cominciano ad avvicinarsi a lui perché vedono che succedono cose belle, chiedevano ai genitori di poter partecipare alla Messa, e la chiesa si riempì, anche di tanti adulti che volevano accompagnare i figli e vedere cosa stava succedendo. Durante le omelie, quando parlava Don Alberto, tutti ascoltavano, erano profonde ma comprensibili e arrivavano al cuore delle persone. Nacque così una Comunità forte, Don Alberto era un faro e tutti lo vedevano come punto di riferimento e lui ascoltava sempre tutti ed era sorridente. Poi un giorno è successo quel terribile incidente, noi tutti lo ricordiamo sempre, tutto è cambiato per molti. Però lui c'è ancora con noi, c'è la sua presenza, e questo è grande.
Simonetta: Ero alunna di Don Alberto al Pacinotti, dall''86 all'89. Il fatto di essere qui oggi a ricordarlo, mi ha portato a fare delle riflessioni. Intenderlo come professore è strano, perché se lui fosse arrivato al Liceo alla mattina alle 8.00 in jeans e maglietta, sarebbe stato confuso per uno di noi, tranne per il fatto che aveva un portamento, una serenità e uno sguardo che noi ragazzi più giovani non avevamo. Pensavo che questo avesse colpito solo me, però oggi mi rendo conto che ha colpito tutti coloro che lo hanno conosciuto: immediatamente poteva sembraere una persona schiva, cosa che in realtà non era. Faceva si che gli altri si accorgessero tra loro di loro, non mettendosi mai al centro dell'attenzione o facendo qualche azione poco spontanea. Intorno a lui le persone si riunivano spontaneamente. Mi ricordo infatti che quando eravamo a scuola, si parlava di argomenti religiosi, ma attorno a quelli si affrontava argomenti di ogni genere. Al sabato pomeriggio, avevo compagni di scuola che avevano formato un grupoio musicale, ci ritrovavamo, prima si facevano riflessioni su alcuni brani, lui ci lasciava liberi di esprimerci, era aperto a qualunque confronto e riflessione. Questa era la sua straordinarietà, ha avuto sempre la forza di essere sé stesso, la testimonianza che ha dato nella sua breve vita. Non parlava molto, però era sempre in mezzo alle persone, comunicava con gesti concreti.
Vanessa: Sono stata alunna di Don Alberto, anche io toccata dal suo grande cuore. E' stato l'unico che mi ha avvicinato alla spiritualità. Studentessa vicina alle idee di sinistra, sono andata volentieri a Carro, ho partecipato alla Messa e avvicinata a Comunione e Liberazione, grazie all'impronta di Don Alberto. Mi sono sempre chiesta come sarebbe stata la mia vita se avessi potuto avere lui come Padre Spirituale, come riferimento, con cui confrontarmi nei momenti difficili della vita. E' stato un uomo grande, mi ricordo quel giorno di marzo 1992, i social non c'erano, ma il Liceo stesso è diventato un enorme social, un luogo di condivisione di quelle emozioni forti, studenti e docenti in lacrime. Ha saputo toccare il cuore di tutti noi, anche di persone che come me erano apparentemente più lontane dalla spiritualità, ma non per questo immuni alla sua bontà, al suo essere speciale con semplicità, ironico, simpatico, ma concentrato sulla sua missione, quella di arrivare ai giovani e farsi individuare come persona su cui contare. Per i giovani sapere di avere in Don Alberto un punto di riferimento era fondamentale, con la sua dolce autorevolezza.
Alessandra: Non avrei mai pensato che un insegnante di Religione avrebbe potuto aprire una finestra e fare entrare Gesù nella mia vita. La mia famiglia non era praticante, ma scelsi l'ora di Religione perché lo facevano tutti. Don Alberto emanava una grande voglia di vivere e il suo sorriso trasmetteva pace e tranquillità. Si capiva che era interessato a noi ed aveva a cuore la nostra felicità. era sempre pronto ad ascoltarci. Don Alberto era stato un angelo per me e tante altre persone e il bene che aveva fatto non era stato dimenticato.
Ferruccio: Don Alberto è una persona che è ancora con noi tutti giorni, tutti noi lo ricordiamo, soprattutto ricordiamo i suoi insegnamenti. A me ha insegnato l'attenzione alle piccole cose, a ciò che sembrerebbe poco importante, ma che diventa il centro di una storia, di una relazione di un affetto. Ricordo un giorno eravamo tutti insieme in Alta Val Badia, in un maso, non avevamo l'acqua corrente, c'era freddissimo, ma lui aveva un'attenzione incredibile nel farsi la barba ed essere impeccabile per noi. Mi ero sorpreso per questo, ma lui diceva che era importante presentarsi bene perché ci teneva a tutti noi. Ed erano queste le piccole cose che ti stupivano di lui, che ti lasciavano un ricordo, ricordo che rimane sempre con noi nel cuore.
Alessandra: Sono un ex alunna di Don Alberto. Io e altre compagne, abbiamo frequentato l'istituto magistrale dall'82 all'86, forse la prima esperienza per lui di insegnamento. Non era facile entrare nella nostra classe, ma lui con le labbra serrate e lo sguardo luminoso, ci guardava e poi andava alla lavagna, sapeva sempre di cosa voleva parlare con noi. Schematizzava alla lavagna, poi la discussione si apriva. Ricordo una cosa in particolare. Un giorno ci ha proposto un incontro al Consultorio comunale con un'ostetrica. L'argomento era la contraccezione. Durante questo incontro ero rimasta colpita dal tema, un professore di Religione che organizzava una cosa del genere, lui è stato con noi durante tutta la discussione. Non guardava lo schermo, ma noi, per assicurarsi che fossimo attente, perché l'ostetrica ci insegnava a riconoscere alcuni segnali del nostro corpo per non incorrere in una gravidanza indesiderata, seguendo metodi naturali. Aveva fatto in modo che a noi arrivasse questo messaggio, ci insegnava a vivere rispettando la vita.
Chiara: Don Alberto una persona estremamente buona e carismatica, abbiamo fatto questo percorso di vita insieme fino alla sua prematura scomparsa. Nel 1992 dovevo capire che strada decidere e per me è stato importante avere avuto l'opportunità di vivere il suo esempio, di una persona disposta a dare tutto per gli altri in modo spontaneo e semplice. Amava aiutare gli altri, mi ha dato questo dono, ovvero sentirmi felice quando aiuto gli altri, questo poi è alla base della mia professione di medico, che svolgo da 26 anni.
Serena: Ho conosciuto Don Alberto nell'88, ero al Parentucelli, una presenza importante nella mia vita. Ero adolescente e questo era già un motivo di fragilità, ma avevo anche perso il papà 11 mesi prima e lui mi ha accolta come se fosse un fratello, un amico importante. Mi ha accompagnata per un certo periodo, coinvolgendomi negli incontri di Comunione e Liberazione, a volte sentivo suonare il campanello al pomeriggio, ed era lui che mi chiedeva come stessi, incontri estemporanei solo per accertarsi che stessi bene. Una presenza importante che manca, ma che è ancora presente fra noi.
Giacomo: Mi capita spesso di ricordare Don Alberto, nonostante siano passati più di 30 anni da quando lo conobbi come studente del Liceo Parentucelli di Sarzana. Un insegnante di Religione diverso, che ti avvicinava alla disciplina cristiana con sensibilità e gioia e ti faceva riflettere sui valori della vita, senza annoiarti mai. Una personalità unica, in un contesto un pò formale e ingessato come quello scolastico. Ricordo di lui le domande sul mio sport preferito, il ciclismo. Mi chiedeva degli allenamenti, i percorsi di gara, della fatica per ottenere buoni risultati. Ho impresse nella mente le sue parole di incoraggiamento a fare sempre meglio nello studio, nello sport e nella vita. Mi ricordo i suoi occhi luminosi e il sorriso solare, trasmetteva voglia di crescere e un'umanità eccezionale. Molto di lui ha continuato e continua a vivere nell'anima di chi lo ha conosciuto e noi ne siamo testimoni viventi.
Enrica: Per me Don Alberto non è stato solo un insegnante di Religione, ma un maestro di vita. Con il suo esempio, ci ha insegnato a vivere la fede non come teoria, ma come gesto quotidiano di amore verso gli altri. La sua gioia di vivere e dedizione, la sua capacità di ascoltare, ha fatto sentire chiunque incontrasse accolto e compreso. La sua scomparsa improvvisa ci ha privati di una presenza preziosa, ma i suoi insegnamenti ed esempio restano vivi dentro di noi. E' giusto onorare la sua memoria, ma anche il suo impegno a guidarci con semplicità e autenticità, la sua verità di fede e amore continuerà ad ispirarci e a vivere nei nostri cuori.