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Il 29 settembre ad Ameglia la prima assoluta di "Canzone della Contea di Levante", libro e CD di Antonio Lombardi In evidenza

Restituiscono la storia di una comunità ancorata a quella striscia di terra stretta tra il Levante ligure e le Alpi Apuane.

Cantautore schivo e appartato, Antonio Lombardi ha un rapporto per così dire “carsico” con il mondo della musica, sottraendosi con sorprendente facilità ad ogni appuntamento per poi ricomparire improvvisamente sulla scena quando avverte l’urgenza di farlo.

È il 1993 quando, con un suo brano, vince il Premio Recanati, assieme ad altri “giovani” di grandi speranze come Gianmaria Testa e i Fratelli Mancuso. Passano però tre anni prima che si decida a pubblicare il suo primo album, Cinque rose, che, lontano dal clamore di quella vittoria, passa pressoché inosservato. Iniziava così una carriera artistica costellata da collaborazioni musicali di grande prestigio, da Armando Corsi a Gnu Quartet, ma guardando anche nel campo della letteratura (mettendo in musica Maurizio Maggiani a Paolo Bertolani) e in quello cinematografico (collaborando con il regista Luigi Faccini). Quelli di Lombardi sono progetti sempre di grande originalità e raffinatezza, ma che per una sorta di legge del contrappasso sono anche segnati anche da lunghi silenzi tra un album e l’altro.

Così è successo anche con questo suo nuovo lavoro, Canzone della Contea di Levante, che a dodici anni di distanza dal precedente album, sembra aver preso alla sprovvista lo stesso autore che pensava di avere ormai chiuso per sempre con la musica e di aver riposto ormai la chitarra nel fodero. E invece questo suo “Spoon River” «così intimo e personale è salito su con un impeto irrefrenabile, come acqua fresca che buca la terra, che da fango pian piano diventa chiara, cristallina, o come diceva Franco Fortini “trasparente come l'alabastro”».

L’album, pubblicato da Squilibri, in dieci canzoni ci restituisce la storia di una comunità ancorata a quella striscia di terra stretta tra il Levante ligure e le alpi Apuane, in un racconto di grande fascino e forza evocativa, scaturito dall’esigenza di nominare tutto un mondo, che poi è quello della grande provincia italiana. Di canzone in canzone, lievitano così le atmosfere e prendono forma personaggi e ambienti di una regione, la Contea di Levante, ripercorsa in alcuni ritratti di famiglia, dal cuoco di bordo al messo comunale, dal prete di collina ai contadini di mare: figure dimesse di una normalità che, lungi dal confinarsi nella banalità di tutti i giorni, hanno l’ambizione di stagliarsi come esemplari su un orizzonte molto più esteso, incarnando moti e aneliti universali.

La Contea di Levante, come definizione, arriva dalla fervida immaginazione di Mario Soldati, uno dei primi lettori di Paolo Bertolani, che la fece sua per il “Racconto della Contea di Levante”, e che ora Lombardi ha ripreso anche come omaggio all’amico scomparso del quale aveva già trasposto in musica alcune poesie. E il disco esce in contemporanea al romanzo omonimo, il primo della carriera del cantautore ligure per il quale l’urgenza di dire questa volta è stata tale che il canto si è prolungato oltre le note per assumere le cadenze di una scrittura tersa e luminosa, diretta a definire più nel dettaglio le stesse situazioni ed atmosfere affidate alla musica, quella ruvida e insieme aggraziata umanità dell’entroterra ligure, che sembra poi essere una cifra della letteratura ispirata dal Golfo dei Poeti e in particolare dello stesso Bertolani e di Maurizio Maggiani.

Disco e romanzo sono pubblicati d’intesa con gli Archivi della Resistenza nel segno di una perseveranza che intende rinnovare, nelle pieghe di esistenze ordinarie e nelle straordinarie ricchezze della provincia, la necessità di un’opposizione ad ogni omologazione e la tenace volontà di reinventarsi nuovi spazi per la cultura e in particolare per la musica dal vivo (sin dal titolo controfattuale di “Concerti impossibili”), nel momento in cui tutto sembra irrimediabilmente restringersi.

Ogni nuovo progetto di Lombardi è in sé una notizia per nulla scontata, visto che la sua reticenza è diventata nel tempo quasi una latitanza. In questo suo grande ritorno vi è però un surplus di sfida, un senso di rilancio e scommessa per la musica cantautorale, attraverso un disco che, a fronte della riduzione della musica a intrattenimento di consumo e a forma ancillare di spettacolo, intende recuperare quell’antica vocazione del canto a narrare degli uomini e delle loro vicende, anche con l’organizzazione di un fitto calendario di piccole presentazioni del disco/libro in giro per l’Italia, spesso in luoghi insperati come circoli, musei, librerie, birrerie, case del popolo, negozi di musica, cascine, oratori, parchi, boschi e aie contadine… una disseminazione di musica e speranze che sembra recuperare l’antica saggezza, il sentimento rivolto al futuro e quell’«infinito di piccole cose» di quel mondo contadino in cui si immerge la sua narrazione.

In queste ore sono state comunicate le prime 16 date, a partire dalla prima assoluta il 29 settembre nell’Oratorio di Santa Maria Assunta, ad Ameglia alta (SP), nei luoghi raccontati nel disco, che sarà anche un omaggio alla memoria di Egildo Simeone, uno dei musicisti scomparso ad agosto.

E poi a seguire una fitta rete di presentazioni nei luoghi più disparati e con tantissimi ospiti: il 3 ottobre al Taffy’s Bar, con Alessandro Zannoni, Simone Stagi e Andrea Giannoni, il 6 ottobre al Parco della Torretta a Fosdinovo, con Mario Amilcare Grassi detto Celè, Alice Sanguinetti ed Enrico Gastardelli GAS, l’11 ottobre all’Arci Baccano con Gian Luca Cavallini, Mauro Manicardi e Monica Schettino, il 18 ottobre all’Arci Marciaso, con Alessio Giannanti e I Premi Oskar, il 21 ottobre all’Arci Fuori Luogo, con Riccardo Giromini, Totò Nocera dei Pupi di Sùrfaro, Matteo Procuranti e il Coro Malerbe, il 25 ottobre all’Arci Canaletto con Alice Parodi e Apice, il 26 ottobre, all’Arci Borgata Marinara di Lerici, con Emanuele De Luca e i REMA, il 2 novembre allo Spaccio del Birrificio Taverna del Vara a Torza di Maissana (SP), con Elisa Lavagnino, Fabio Pallotta e Alberto Napo Napolitano, l’8 novembre al Birrificio del Golfo - La Spezia, con Marco Rovelli, il 9 novembre al Circolo culturale Aimo Cervia di Nicola con Silvia Tavarini, Massimo Guadagni e Max Bianchi, il 15 novembre all’Arci Castelnuovo Magra con Alice Cervia e Irene Lippolis, il 17 novembre a La Fioriera delle Storie a Querceta (LU), con Elisabetta Salvatori, il 22 novembre alla Casa del Popolo di Verciano a Lucca, il 23 novembre al Bar Ecuador con Adriana Riccardi, Riccardo Bardoni e Stefano Barotti, il 4 dicembre alla Trattoria Popolare Arci Traverso a Milano, con Alessio Lega: E tante altre date saranno comunicate in seguito, ad allargare il cerchio e toccare tante città come Genova, Alessandria, Livorno, Pisa, Firenze, a testimnianza del grande successo dei “concerti impossibili”, da oggi forse meno impossibili

 

 

Antonio Lombardi, Canzone della Contea di Levante, booklet di 32 pagine, ISBN 9788885571860, € 20

1. IL CUOCO DI BORDO 4.00
2. IL MESSO COMUNALE INNAMORATO 4.23
3. IL FIGLIO DI MADDALENA 3.25
4. IL POZZO DELLO SPIAZZONE 3.48
5. IL CONTADINO DEL MARE 3.17
6. IL PRETE DI COLLINA 3.46
7. LA CASA DELL’ORATORIO 3.45
8. IL CRISTO SUL TRATTORE 4.36
9. IL TESTAMENTO 4.10
10. IL CANTORE SOGGETTIVO 4.53

Testi e musica: Antonio Lombardi
Massimo Azzarini: basso, chitarre elettriche, piano
Livio Bernardini: fisarmonica, harmonium indiano
Egildo Simeone: percussioni, cori, flutes, chitarra battente, handpan
Don Franco Pagano: violoncello
Antonio Lombardi: chitarra acustica e voce

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