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di Anna Mori - Un piccolo viaggio nella Spezia prima dell'Arsenale alla scoperta di corsi d'acqua, stagni, laghetti e mulini, con l'aiuto di due documenti cartografici storici e i toponimi moderni.

La piana della Spezia è stata da sempre caratterizzata da una grande abbondanza d’acqua. Ne possiamo avere conferma anche nella cartografia storica, dove possiamo notare che la valle del torrente Lagora era solcata da numerosi corsi d’acqua, sia superficiali che sotteranei. I fossi di Fabiano e di Porzano, il torrente Biassa che riceveva il Murlo, il Vappo e il Ligurzano, il torrente Colombaro che riceveva i fossi Cantarana e Borzonasca, il fosso Stagno ed il Canale dei Mulini, che, a seguito della costruzione dell’Arsenale, confluirono nel canale Lagora.

Moltissimi i corsi sotterranei, che sgorgavano non solo in terra, ricordiamo ad esempio il laghetto della Sprugola rappresentato anche da Agostino Fossati, ma anche in mare, ad esempio la Polla di Cadimare.

La cartografia storica ci offre molti dettagli preziosi di come si presentava la piana spezzina prima della costruzione dell'Arsenale. Nel 1767 Giuseppe Ferretto e Giacomo Brusco, in occasione di alcuni lavori pubblici realizzati dalla Repubblica di Genova e in previsione di ulteriori interventi per la regimazione delle acque dei torrenti e del mare, disegnarono la carta chiamata del “Bente”. Rappresenta la parte interna del Golfo, compresi i mulini nella piana ad Ovest dell'allora piccolo borgo murato della Spezia. Si evince chiaramente che l'economia allora era agricola.

Sulla carta del Bente si distinguono sette mulini, quattro canali, tre polle d’acqua, il lago della Sprugola ed il cosiddetto Bente, una costruzione impiegata per la distribuzione dell’acqua dei torrenti Lagora e Biassa, che attraverso piccoli canali di irrigazione, veniva convogliata ai vari campi e orti e che si trovavano nei pressi dell’attuale Porta Ospedale (all'altezza di Via Biassa).

Un altro documento storico cartografico viene in nostro aiuto, indicandoci altri preziosi elementi, la Carta del Vinzoni del 1773. Anche questa carta rappresenta la piana del Golfo e, anche in questo caso, è evidente la presenza del "Canale dei Molini" che, partendo dalla zona sopra l'attuale Via Vappa, alimentava cinque mulini e si immetteva nel Canale dello Stagnore nei pressi delle mura (attuale Piazza del Mercato).

Ritroviamo testimonianza di tutto questo anche in alcuni toponimi cittadini. Tra via Roma e Via Napoli, nei pressi di Piazza Ramiro Ginocchio, vi è una via che si chiama Via dei Molini. In quest'area sorgeva infatti uno dei mulini più famosi dell'epoca, quello dei Federici. Più avanti, su Via Prione, vi era il mulino dei Biassa e, poco distante, scendendo verso mare sulla stessa via, sulla nostra destra possiamo scorgere un altro toponimo, Vicolo dello Stagno, un vicoletto cieco che si conclude su una piccola piazzetta, e che ci indica la zona in cui si trovava l'antico Stagno. 

Il Canale dei Mulini continuava il suo corso, virando a sinistra, verso le allora mura cittadine, attraversando il borgo più o meno all'altezza dell'attuale Chiesa di Santa Maria e, interrato, proseguiva fino a giungere al mare. Altri mulini erano localizzati più a nord, anch'essi alimentati dal Canale dei Mulini.

Su Via Fratelli Rosselli, poco prima di giungere in Viale Amendola, sulla destra vi è un vicolo cieco che si chiama Vicolo della Sprugola: indica la zona in cui si trovava un tempo il laghetto della Sprugola, ritratto nel famoso quadro di Agostino Fossati. 

Il pittore spezzino ha ritratto uno dei mulini presenti alla Spezia, il Mulino a Vento che concludeva a mare la vecchia Via del Torretto, che tagliava il centro storico in obliquo e che è stata demolita per dar vita al nuovo piano regolatore di sviluppo della città con Piazza Verdi. Il vecchio mulino a vento si trovava nella zona dell'attuale Capitaneria di Porto.

 

 

 

 

 

 

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