Preparato critico d'arte, istrionico, oratore da indubbie capacità dialettiche da qualunque sfaccettatura Vittorio Sgarbi venga descritto, si evince come sia in grado di catalizzare attenzione e interesse da parte del pubblico.
La sua biografia sottolinea la sua multidisciplinarietà: nato nel 1952, si laurea in Filosofia con specializzazione in Storia dell'Arte. E' docente universitario, funzionario della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia, docente universitario, politico, sostenitore e promotore di eventi culturali.
Ma soprattutto autore di numerose pubblicazioni sulla storia dell'arte.
Da qui l'opera: Nel nome del figlio. Natività, fughe e passioni nell'arte, presentata da lui stesso a sua immagine.
"È certamente indicativo che la più grande rivoluzione compiuta nella storia dell'uomo sia legata al nome di un Figlio. Rivoluzione che trova fondamento e certezza nella Resurrezione. Le rivoluzioni non le fanno i padri. Le fanno i figli. Dio ha creato il mondo, ma suo Figlio lo ha salvato. Nel nome del Padre noi riconosciamo l'autorità, ma nel nome del Figlio noi affrontiamo la realtà. I più grandi capolavori nella storia dell'arte hanno protagonista il Cristo, mentre il Padre si affaccia dall'alto benedicente, quando si manifesta. Pensiamo al Giudizio universale di Michelangelo con il Cristo giudicante che alza la mano per indicare il destino dei buoni e dei cattivi. Pensiamo al Battesimo di Cristo di Giovanni Bellini nella chiesa di Santa Corona a Vicenza: il Figlio è protagonista e, in alto, il Padre osserva. Pensiamo al Giudizio universale di Pietro Cavallini nella chiesa di Santa Cecilia a Roma con l'umanissimo Cristo che ci osserva garantendoci speranza e salvezza. Così come i Cristi pantocratori di Monreale e di Cefalù. Il Padre eterno è rappresentato e irrappresentabile. È. Non fa. E questo ne limita la rappresentazione. Appare essenzialmente nel momento della creazione di Adamo e di Eva, a partire dai bassorilievi di Wiligelmo. Poi si vede poco, occhieggia qua e là; ma il Cristo domina. Ed è il Figlio cui il Padre ha delegato il destino dell'uomo. Nel nome del Figlio si cambia il mondo." (V. Sgarbi)