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Quaratica: carsismo, volte e una storia che attraversa i secoli In evidenza

Il paese è stato citato per la prima volta in un documento del 1205.

Quaratica è una frazione di 68 abitanti nel comune di Riccò del Golfo di Spezia, nella bassa Val di Vara, in Liguria. Il paese si trova in un vallone ed è costituito da tre nuclei distinti: Cà Noeva il più basso, in centro un gruppo di case definito dai toponimi Sìa Ota, Gurpàa e Aussemìn e Sèrsa, il più alto, che comprendeva l'antico oratorio di San Rocco, diventato parrocchia nel 1924.

Sull'origine del toponimo ci sono due ipotesi: che derivi da "acqua-ratica", che indicala mancanza di sorgenti naturali, oppure da "quararo" la pietra degli stipiti indicando l'abbondanza di questa materia prima nella zona.

Troviamo Quaratica citata in due documenti, uno del 1208 dove viene citata tra i vassalli di Carpena e un secondo del 1251. Ubaldo Mazzini nella sua "Storia del Golfo della Spezia" spiega che gente di Quaratica, assieme a quella di altri piccoli borghi, avevano accompagnato a Genova per un incontro ufficiale il signore di Carpena Giovanni della Turca dopo avergli giurato obbedienza. Sicuramente Quaratica ha seguito il corso degli eventi di Carpena, l'alternanza di momenti di pace e guerra, di fedeltà e ribellione a Genova. Quaratica avrà senza dubbio condiviso i periodi di pace e quelli di guerra, i momenti di fedeltà e ribellione a Genova.

La popolazione era essenzialmente contadina, ma la vita non era facile per il terreno arido e sassoso. Durante il ‘700 e l'’800 sono stati caratterizzati dalla presenza dei riomaggioresi che, grazie a quanto ricavavano dalla vendita del vino, acquistavano appezzamenti di bosco per la raccolta delle castagne e il legno per le costruzioni e per i pali da utilizzare nelle vigne, ed eventuali casette da utilizzare come essicatoi per le castagne.

Diversi toponimi testimoniano la presenza delle famiglie di Riomaggiore: “Ca’ de Chenin”, “Ca’ de Calassu”, “Ca’ de Giardu”, Ca’ de Dumè “; Ca’de Zanèlu”, “u boscu de Marcotu”, "u boscu de Luanè".

A quel tempo nelle Cinque Terre l’uva abbondava e le botti traboccavano. La vendemmia durava quasi due mesi, con portatori d’uva pagati a giornata, giovani e ragazze, che venivano soprattutto dalla Val di Vara. Nascevano amicizie: ragazze di Manarola che ospitavano coetanee di Quaratica in aiuto per la vendemmia, restituivano la visita nel periodo di carnevale, scarponi ai piedi e scarpette eleganti avvolte in un fagotto, affrontavano il viaggio attraverso i monti.

Nella bella stagione si danzava invece all’aperto, in uno spiazzo ricavato nel castagneto, chiamato “u balu”. Nel 1902 è stata costituita a Quaratica la Società Filarmonica, composta da paesani d’ogni età. La Filarmonica si fece presto un nome, tenendo concerti in vari paesi della Val di Vara, della Riviera e alla Spezia. Salì agli onori delle cronache quando conquistò il quarto posto, su venticinque partecipanti, a un concorso bandistico tenutosi a Lerici sotto la regia del maestro Cortopassi. L’attività venne sospesa quando alcuni giovani vennero chiamati a combattere la guerra d’Africa. Riprese nel 1935 e lentamente cessò nei primi anni ’50.

In questo periodo il paese era popolato: circa 230 abitanti, quasi tutti agricoltori. Negli anni ’50 del Novecento inizia un progressivo calo demografico, con abbandono della campagna. Attualmente i residenti nelle tre vie che attraversano il borgo, via San Rocco, via dell’Agostina e via Matteotti (la strada carrozzabile arrivata a inizio anni ‘60) sono sessantotto, di cui solo un terzo sono autoctoni, in declino la parlata locale, nata ben prima dell'italiano. Rimangono gli archi e le gallerie a raccontare la storia di questa comunità.

La galleria di Quaratica

I terreni geologici in cui si sviluppa la Caverna di Quaratica appartengono alla cosiddetta Falda Toscana, che in questa zona prende il nome di Lama della Spezia e che con i suoi 63 km è la più estesa della Liguria.

La caverna di Quaratica si sviluppa su tre livelli sovrapposti uniti da tratti verticali. I due livelli superiori sono ormai "fossili", cioè non più percorsi dall'acqua, mentre il livello inferiore è ancora attivo e viene completamente occupato dalle acque durante le piene.

Il territorio carsico della Lama della Spezia è stato uno dei primi a livello italiano ad essere oggetto di attività di ricerca, per questo è considerato la culla della speleologia dell'Italia nordoccidentale.

Il primo trattato di idrologia carsica, "Lezione accademica intorno all'origine delle fontane" di Vallisneri (1726) descrive nel dettaglio i fenomeni carsici spezzini, indicando anche alcune cavità. Successivamente portarono avanti le ricerche Lazzaro Spallanzani e Paolo Spadoni che descrivono le grotte a seguito di diversi soggiorni nel territorio spezzino verso la fine del '700. Durante l'800 ricordiamo gli studi di Giovanni Capellini, autore di testi a carattere paletnologico e preistorico, mentre all'inizio del '900 i primi tentativi di catalogazione delle cavità carsiche di Carlo Caselli, lavoro proseguito dal Gruppo Speleologico Lunense dopo il primo conflitto mondiale. L'ultimo lavoro che raggruppa tutti i dati sulle cavità spezzine fino ad allora catastate è quello di Barbagelata [Catasto delle cavità sotterranee naturali della provincia della Spezia; Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze; Vol. XLVIII-L 1978-1980; 1985]

Fonti informazioni:
https://www.valdivara.it/it/Eventi/3266/quaratica-il-paese-degli-archi-e-delle-gallerie 
https://www.catastogrotte.net/liguria/it/caves/view/237/

 

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