L’esperienza poetica della giovane spezzina insinua le sue radici nella vulnerabilità emotiva: “Mi affido ai versi quando avverto la necessità di esprimere qualcosa di insopprimibile”. Proprio questo legame profondissimo con “l’ars poetica” le ha permesso di creare la sua prima raccolta dal titolo “Canto Notturno”, pubblicata da Edizioni Helicon.
Le immagini che si susseguono al suo interno trovano origine nella semplicità delle “manifestazioni del mondo”: la pioggia, il tramonto, gli affetti, i ricordi, si mischiano in un unico grande insieme dove ogni elemento esiste in funzione dell’altro. Tutto si fonde unitamente a un velato senso di malinconia, generato dalla certezza dell’immutabilità del passato. Proprio per questo, De Marco, si aggrappa con ogni forza alla Natura, interrogandola al punto da renderla simbolicamente una presenza materna, un’abile ascoltatrice e una preziosa dispensatrice di consigli silenti, in grado di sollevare gli umani da illusioni laceranti.
Questo livello di intimità, secondo l’autrice, si concretizza non solo in una efficacie connessione con l’Io più abissale, ma anche in un invito diretto a vivere in simbiosi con i respiri dell’anima e del mondo. Solo tramite questa convivenza è possibile conseguire una concreta serenità. Fondamentale nel percorso poetico tracciato, è la presa di posizione di Francesca: “Io voglio vivere.”
È chiarissimo il messaggio veicolato da queste parole, tanto semplici quanto potenti: solo tramite l’abbandono dei vecchi schemi, ritorniamo a essere “parte del tutto”. La via armoniosa, suggerisce, è quella del “qui e ora”.
Ecco un componimento tratto dal volume “Canto notturno” (acquistabile cliccando qui):
Questa è la vita
Se l’anima fosse un universo,
il tonfo sordo del vivere
sconvolgerebbe
l’estro dei pianeti.
Un solstizio d’estate,
un inciampo nel buio,
un respiro nel vento.
Questa è la vita…
Colei che più trapassa e brucia
e più s’annida con furore
nel cuore straziato degli umani.