Musica, riflessione e incontro, Nin-Moltitudine si avvia alla conclusione. La serata del 5 giugno è stata un successo con la sala del Gran Caffè gremita di persone arrivate con la voglia di ascoltare musica e condividere una serata di compagnia. All'opening ha partecipato la cooperativa Sociale Mondo Aperto che ha sottolineato l'importanza di valorizzare le diverse provenienze e l'incontro tra culture come ricchezza per la società.
"In una città che è ricca di proposte artistiche interessanti, ma che spesso difetta di spazi, riuscire a creare degli spazi è un dovere e popolarli è una necessità" Con queste parole Manuel Apice ha voluto riassumere il valore di rassegne come Non-Moltitudine.
A ringraziare caldamente il pubblico e i sostenitori è stato Giovanni Berretta, direttore del Festival Nin e fondatore della compagnia teatrale Ordinesparso: "Nin quest'anno è moltitudine, tanti colori, moltitudine è l'incontro tra cose che conosciamo e non conosciamo, vorrà dire essere oltre noi per un attimo. Sognavamo questa quindicesima edizione con tanta bellezza e non possiamo che ringraziare i nostri sostenitori per aver reso possibile questo sogno."
La realizzazione Nin-Nuove Interpretazioni è resa possibile grazie al contributo di Fondazione Carispezia nell'ambito del bando "Cultura plurale e sostenibile" e grazie al sostegno ottenuto tramite il bando "Call for Ideas 2024" del Comune di Sarzana.
La prima serata di spettacoli ha visto in scena "Il suo Nome" al teatro Impavidi di Sarzana. La reinterpretazione dell'assassinio di Jean-Paul Marat ha unito recitazione e danza con una sinergia tra la scuola di danza Danseavie-Corpo Unico e la compagnia Ordinesparso. La rivoluzione sul palco è vissuta attraverso le vite dei pazienti dell'ospizio di Charenton, un'intersezione tra ideologie e vita quotidiana. L'ingiustizia, le privazioni e gli scontri tra classi sociali sono stati affrontati da vari punti di vista, dai quali emergono le passioni e le esperienze di ognuno.
Il festival è continuato il 7 giugno alle 21 con "Le Parti Scomode" nella sala Ocra a cura di Marila Piccini e Nicola Pinelli. e "Sangue e Pelle" una rassegna di monologhi a cura di Jonathan Lazzini e "Colori di un Mondo Dimenticato" con Federico Mosca. "Colori di un Mondo Dimenticato" è un viaggio alla scoperta di canzoni, suoni e poesie nati nel cuore dei boschi, sui rami d'olivo e sulle rive dei torrenti, un incontro tra un mondo a cui non siamo più abituati e la natura umana.
L'8 giugno alle 21 in Sala Ocra è stata la volta di "Verità - l'ultimo nastro di Giò" con la regia di Giovanni Berretta e Jonathan Lazzini, ispirato a "L'Ultimo Nastro di Krapp" di Samuel Beckett. Per la rassegna di monologhi, sempre a cura di Jonathan Lazzini, "Sangue e pelle", è andato in scena "Il Piccolo Uomo in fondo al vostro cuore" con Marco Mavaracchio. Un attore entra in scena. Perché lo fa? Cosa spera di ottenere? Vuole insultare il pubblico o redimerlo? Nei panni di un Kinski moderno l'attore attraversa in breve un Novecento di violenze e speranze con la voglia di azzerare ogni discussione e riportare al centro l'essere umano che sconfitto e abbandonato può ripartire da capo per ricostruirsi un nuovo posto nel mondo.
Domenica 9 giugno alle 21 nella Sala Ocra è salito sul palco Jonathan Lazzini con un monologo estratto dal "Il Mio Amico Hitler" di Yukio Mishima. Nella stessa sera è stato possibile assistere ad "Adele" una storia eterna di una donna e sua figlia di cui si sono vissuti i primi attimi e il passato. Una storia reale che prende vita e sogna vita. In scena la voce rauca, vecchia di un attore che racconta la musica ed il canto di una giovane madre.
Il 10 giugno il festival si avvia alla conclusione con "Fiore fra due Fiume" alle 21 nella Sala Ocra un'esibizione che si rivela come un'indagine teatrale sugli opposti che ci abitano. Una canoa di carta idrorepellente, sconnessa sulle acque, non legata. A fianco, in piedi, una giovane donna con i capelli lunghi e neri, gambe lunghe e nude, aggrappata a un bastone nodoso pieno di ornamenti, sorride, facendo splendere al sole denti bianchi e forti come zanne. La donna è consapevole che questo non sia il suo mondo, ma lo protegge, fiera come un lupo. Lo spettacolo è realizzato e messo in scena da Marzia Gallo.
Nella stessa serata va in scena "Chereomania" dove ogni giorno è l'ultimo giorno. Nulla mai ha fine, eppure tutto termina in un sacrificio. Cinque streghe, sorelle, che si amano ma si tradiscono e nonostante sappiano che ogni giorno sarà sempre lo stesso giorno, non dimenticano l'amore, non si dimenticano l'una dell'altra né dimenticano che l'ultima grande magia rimasta, e che resiste alla fine di ogni cosa e di ogni tempo, è solamente il loro corpo. Brucia, strega, brucia!" Lo spettacolo è a cura di "Nel Segno di Giuseppe" con Nicola Furia, Sofia Piola, Ana Popovic Scopsi, Chiara Angeli, Giuseppe De Meo che ne fa anche la regia.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla pagina Instagram compagnia_ordinesparso.
Ginevra Masciullo
Ufficio Stampa Nin-Moltitudine 2024
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