A 81 anni Roberto Vecchioni ha portato ieri sera al teatro Civico sold out il suo bagaglio pieno di umanità e di qualità artistiche. Magro, magrissimo, jeans e maglietta a maniche corte, qualche colpo di tosse qua e là senza incidere mai sul timbro profondo e caldo che accompagna da una vita le sue canzoni, che tanti in platea e sui palchi cantavano a memoria a occhi chiusi tra lacrime e sorrisi.
Accompagnato dalla sua "band storica" costituita da Lucio Fabbri (pianoforte, violino, mandolino), Massimo Germini (chitarra acustica), Antonio Petruzzelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria), Vecchioni ha lasciato l'ouverture del suo concerto alla pianista spezzina Ilaria Biagini, che l'ha infine accompagnato in "La Bellezza", uno degli ultimi applauditissimi brani.
"L'Infinito è un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi - scrive l'artista - dove emerge un mio concetto recente, nuovo, di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. Ma è anche una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima...E come poi tutto si sia ricomposto in un'unica idea, che è quella di amare la vita comunque sia, bella o brutta perché in realtà è sempre bella. Siamo noi che a volte la immaginiamo in un altro modo. Uno spettacolo che parte da un'idea precisa – spiega Vecchioni. l'infinito non è al di fuori di noi, non è introvabile, ma è dentro di noi, nella nostra anima e nelle nostre emozioni, tutta la prima parte dello spettacolo è giocata sul nuovo disco e sui personaggi che hanno battuto il destino, hanno combattuto il male, hanno amato la vita, gli altri e se stessi".
L'esperienza in carcere nell'81, "Mi accusarono di aver passato uno spinello ad uno studente, non era vero ma in carcere ci finii lo stesso, il giorno stesso mia moglie scappò con un altro, tempismo perfetto", i 30 anni da professore di lettere nei licei milanesi, le campagne a difesa dei diritti delle donne, l'impegno culturale e sociale, l'amore per le sue due mogli, la perdita del figlio Arrigo nel 2023, la sensibilità espressa quasi ad ogni brano trattenendo a fatica l'emozione, cantando davvero, non è un luogo comune, con il cuore in mano e tanta, tanta qualità vocale e musicale.
Nel concerto di ieri sera Vecchioni non ha volutamente dimenticato alcune delle canzoni più famose, da "La mia ragazza" dedicata all'amatissima (seconda) moglie, a "Sogna ragazzo sogna" rivolta da professore di liceo ai suoi studenti e riproposta nei duetti di Sanremo 2024, a "Chiamami ancora amore" che Sanremo l'ha vinta nel 2011, chiudendo con la magia di "Luci a San Siro" e la ballata di "Samarcanda" con il pubblico tutto in piedi a dare il tempo con gli applausi.