REDAMARE, una parola molto antica, rimasta invariata dal latino e che significa amore reciproco e corrisposto, si ama e si è “redamati”.
L’opera è stata donata alla città dall’artista Sabrina D’Alessandro che ha voluto riscoprire una parola che altrimenti sarebbe andata smarrita, dal significato attuale.
Sabrina D’Alessandro nel 2009 ha fondato l’ente URPS – Ufficio Resurrezione Parole Smarrite con lo scopo di ricercare parole poco o per nulla usate e di riportarle all’attenzione del pubblico trasformate in opere d’arte visiva e performativa, libri e progetti editoriali. Tra queste parole c’è, appunto, REDAMARE, voce verbale riscoperta e declinata in diverse forme dalla stessa artista.
L’opera, realizzata in acciaio corten, è stata posta tra due cannoni che non possono più essere utilizzati, che guardano l’orizzonte. “L’installazione – spiega Sabrina D’Alessandro – ridà vita a una parola smarrita benché utilissima alla vita sulla Terra (e sul Mare). Collocata sulla passeggiata Morin, accoglie chi arriva e chi parte dal mare con un messaggio semplice e potente: REDAMARE. Una parola antica, rimasta invariata dal latino che significa amore reciproco e corrisposto, per cui si ama e si è redamati”.
“Il posizionamento di questa parola tra due cannoni che hanno ormai perso la loro funzione originaria – prosegue D’Alessandro - ne amplifica il senso. L’arma non si limita a essere innocua, diventa piattaforma per lanciare un messaggio verso l’orizzonte. Senza amare non si può essere redamati. Redamare ha che fare con l’apertura, l’ascolto, contiene il miracolo della reciprocità. Un sentimento raro che ha bisogno di tornare a espandersi. Occorre mettere parole nei nostri cannoni”.
La realizzazione e installazione di REDAMARE si devono al supporto di Sanlorenzo S.p.A.