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L’uomo e l’artista si sovrappongono senza alcuna asimmetria, sono e resteranno per sempre una cosa unica.

Chi conosce Antonio Mucherino lo sa.
Lo sa che non lo acchiappi mai, che è un “imprendibile”. Chi conosce Antonio Mucherino sa perfettamente che le sue contraddizioni sono anche le tue, con la differenza che lui gioca a carte scoperte mentre noi coltiviamo l’ambizione di continuare a fare finta di niente. Chi conosce Antonio Mucherino lo sa, lui, il ciurmatore che ha cercato di giocare tutta la vita alla rovescia preferendo sempre rischiare anziché “guadagnarsi il cielo e conquistarsi il sole.”

Antonio Mucherino nasce a Caserta negli anni cinquanta, una vita tra Roma e Milano, da diversi anni vive alla Spezia.

Giovedì 7 dicembre dalle ore 19:00 sarà in Via della Canonica al vicolo 38 con la sua esposizione, “Daimon.” Uscita la notizia di questo nuovo progetto ho proprio pensato: “è tornato il Gatto con gli Stivali!” Perché Antonio, confidenzialmente il Maestro, è il Gatto con gli Stivali e le bretelle. Adulatore e imprevedibile vagabondo in giro per il mondo. Personaggio iconico di una certa Spezia, di una certa vita notturna e di certi locali. Un creatore di mondo, lo stesso mondo che troviamo nelle sue opere. Extraparlamentare nel suo impegno politico, anarchico nel suo approccio alla vita. Dissacrante nel modo di parlare e cortese nei gesti come un principe diseredato.

La sua produzione artistica ricorda questa sua forma contraddittoria ed elegante. Perché elegante? Perché se si guardano attentamente i suoi quadri si coglie la perfetta armonia della ricerca intimista senza scadere nel vojeurismo della narrativa. Mucherino concettualmente esprime una netta distanza nei confronti di questa tendenza. Emerge un conflitto costante nei confronti del controllo narrativo della realtà. Una tendenza che si esprime in molti campi e che oggi rischia di imporre uno strumento ottico uguale per tutti. Ed è qua la vera eleganza: il costante rifiuto dell’ovvio e del rassicurante mainstream.
Mucherino ha una vocazione artistica che respinge concettualmente l’imposizione di dogmi. Non c’è la ricerca della soluzione al problema, in lui troviamo esclusivamente la rappresentazione del problema e il libero arbitrio come strumento per la condotta di ognuno di noi.

La raccolta “Daimon” è un inno intimo nel solco profondo dell' “ama e fa ciò che vuoi”. Guardando attentamente le opere all’interno del suo ultimo catalogo si possono cogliere tutte le fasi storiche vissute dall’artista. Antonio Mucherino racconta se stesso in ogni opera. Ogni pennellata e ogni colore sono in grado di consegnarci un indizio senza mai però arrivare alla chiusura del cerchio. Il cerchio che non si chiude mai è la vera provocazione che emerge, la più ostinata tracotanza di chi ha vissuto sempre a modo suo.

L’uomo e l’artista si sovrappongono senza alcuna asimmetria, sono e resteranno per sempre una cosa unica.

Nella sua raccolta, tra tanti lavori, vale la pena fare accenno a “La Piccola Teresa di Calcutta”, opera che colpisce in maniera pungente. Un quadro rassicurante che esprime candida bellezza a cavallo tra il figurativo e l’astratto. Il richiamo è a Madre Teresa di Calcutta e alla sua vita. L’inclinazione del capo, la posa rassicurante e tenera aprono una finestra su scenari infiniti. Proiezioni di realtà che non trovano una sola e precisa definizione. L’unica certezza è che sappiamo che è lei, donna simbolo di potenza impegnata a combattere povertà e ingiustizie. E poi? E poi c’è tutto il resto. Potrebbe essere assorta, stanca o impegnata a tenere qualcuno o qualcosa tra le braccia.

Infiniti luoghi e infinite realtà animano questa mostra che merita di essere vista e vissuta. “Antonio, vecchio furfante, ce l’hai fatta anche questa volta!”

 

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