Ecco un altro appuntamento della nostra rubrica “Pillole di Astronomia”. Anche il cielo d’ottobre ci offre ancora tanti spettacoli, ma cosa ci riserva in particolare? Ne parliamo con l'astrofilo veterano, vicepresidente dell'Associazione Astrofili Spezzini, Giampietro Cattoi.
Giampietro, facciamo il punto, che cosa ci riserva il cielo di ottobre?
Innanzitutto in questo mese di ottobre saranno i pianeti a tenerci con il naso all’insù. Giove, che sta per raggiungere il periodo di migliore visibilità di questo anno, è l’astro che domina il cielo della sera e delle ore centrali della notte. Lo possiamo osservare inizialmente a est e poi al culmine a sud. Anche Saturno risulta facilmente osservabile: il pianeta con gli anelli culmina a sud nelle prime ore della sera e nel corso delle ore centrali della notte è sempre più basso sull’orizzonte a sud-ovest. Visibili, ma solo all’oculare del telescopio, Urano e Nettuno. Nel cielo orientale del mattino splende invece Venere, il pianeta più luminoso.
E’ un cielo, quello di ottobre, che inizia anche ad offrirci un primo spettacolo delle costellazioni dello zodiaco…
E’ proprio così, infatti, lungo l’eclittica cominciano ad apparire a est proprio le costellazioni dello Zodiaco che vedremo sempre più alte in cielo nei mesi successivi. In tarda serata sorgeranno prima il Toro e successivamente i Gemelli. A ovest, poco dopo il tramonto del Sole, potremo vedere un’ultima volta per quest’anno il Sagittario, a sud – ovest il Capricorno e l’Acquario, privi di stelle particolarmente brillanti. Ancora più a est è facile individuare la piccola costellazione zodiacale dell’Ariete. Il grande quadrilatero di Pegaso, il cavallo alato, è invece situato ben alto nel cielo in questa stagione, quasi allo zenit – cioè sulla verticale sopra le nostre teste. Tra Pegaso e la Stella Polare troviamo Cassiopea, con la sua inconfondibile forma a “W”, e Cefeo. Dal vertice nord-est del quadrilatero di Pegaso inizia un allineamento di 3 stelle piuttosto luminose: si tratta della costellazione di Andromeda. Da segnalare due oggetti celesti particolarmente affascinanti: il “Doppio Ammasso del Perseo”, nella zona di cielo tra Perseo e Cassiopea, e la Galassia di Andromeda, omonima della costellazione che la ospita.
Il cielo di ottobre, come nei mesi precedenti, ci offre anche lo spettacolo delle meteore…
Ottobre rappresenta una buona occasione anche per coloro che vogliono dedicarsi all’osservazione delle meteore, in particolare dello sciame delle Orionidi e della Delta Aurigidi.
Le Orionidi sono uno sciame meteorico che solitamente appare tra il 2 ottobre e il 7 novembre, con il massimo dell'attività intorno al 20-23 di ottobre: quest’anno la corrente meteorica più cospicua del mese à prevista il 22 ottobre, corrente che non sarà disturbata dalla Luna. Questo sciame meteorico deve il nome alla posizione del suo radiante, ovvero il punto dal quale sembrano partire le stelle, un’ampia zona nei pressi della costellazione di Orione. Come sappiamo, uno sciame meteorico è in pratica uno sciame di detriti generato da un corpo celeste, e nel caso delle Orionidi, lo sciame è generato dal passaggio della Terra nella scia della Cometa di Halley. Lo sciame delle Orionidi è noto dal 1839, quando l’americano E.C. Herrick osservò la ricorrenza di una pioggia di meteore "tra l'8 e il 15 di ottobre"; Herrick reiterò la dichiarazione l'anno seguente, estendendo però il periodo dall'8 al 25 ottobre. E’ uno degli sciami più importanti del quarto trimestre dell'anno, con meteore giallo-verdi che sfrecciano alla velocità di 66 km/s.
Per quanto riguarda le Delta Aurigidi, sono attive fino al 18 ottobre raggiungendo il picco di osservazione proprio questa sera 11 ottobre. Quest’anno, le condizioni di osservazione delle Delta Aurigidi sono molto favorevoli, in quanto la luna calante non ostruirà la vista. Il punto radiante della pioggia raggiungerà il suo apice intorno alle 4 del mattino, ora locale. Tuttavia, questa pioggia di stelle cadenti è riservata ai “cacciatori” più appassionati, poiché produce al massimo 2 stelle cadenti all'ora. Si tratta di un sistema meteorico molto complesso, formato da filamenti di particelle con orbite leggermente differenti tra loro, che incontrano la Terra in momenti diversi. Le Alfa Aurigidi formano uno sciame meteorico di media intensità e sono state scoperte da C. Hoffmeister e A. Teichgraeber la notte del 31 agosto 1935. Il loro radiante, il punto di origine, è situato nella costellazione dell'Auriga, vicino alla stella Alfa Aurigae (o Capella) da cui prende il nome lo sciame. Il corpo celeste da cui ha avuto origine lo sciame meteorico è la cometa C/1911 N1 Kiess.
Per tutto il mese saranno inoltre attive le Tauridi Nord, specificazione dovuta alla loro posizione nella regione a nord della Balena. Lo sciame è stato generato dalla cometa 2P/Encke. Lo sciame delle Tauridi del Nord sarà attivo dal 20 ottobre al 10 dicembre, raggiungendo il picco intorno al 12 novembre. Il nome dello sciame prende origine dal fatto che nasce nella costellazione del Toro e saranno osservabili, ogni volta che il loro punto di radiante sarà al di sopra dell’orizzonte, ovvero in questo caso per tutta la notte. I migliori spettacoli avverranno intorno all’una di notte, quando saranno nel punto più alto sopra all’orizzonte. Al suo apice, si prevede che la pioggia produrrà circa 5 meteore l’ora.
Non si segnalano, per questo mese, comete luminose osservabili con gli strumenti amatoriali.
Ma le sorprese non finiscono qui…
Uno degli eventi astronomici da non perdere è l’eclissi parziale di Luna del 28 ottobre. Il disco della Luna piena apparirà oscurato in una sua piccola porzione nella parte bassa. La Terra, infatti, proietterà la sua ombra su una piccola porzione della superficie del suo satellite, che quindi apparirà oscurata. Il fenomeno sarà osservabile dall’Italia: a partire dalle 21.36 l'ombra della Terra inizierà a coprire parte della Luna, per poi terminare verso le 22.53. Il massimo dell'eclissi avverrà intorno alle 22.15, quando circa il 12 per cento del disco lunare sarà oscurato dall'ombra del nostro pianeta.
Foto di copertina: La Galassia di Andromeda ripresa da Luca Bertagna dall'Osservatorio Astronomico di Monte Viseggi.