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Varese Ligure, Convegno su Antonio Maghella "l'enigmatico": un barone varesino alla corte del Re di Napoli In evidenza

L'evento si terrà sabato 16 settembre nell'ambito del "Festival della Microstoria". Alle 10.00 visita guidata del centro storico a cui seguirà aperitivo a cura della Pro Loco. Nel pomeriggio a partire dalle 15.00 l'avvio dei lavori.

Il prossimo 16 settembre Varese Ligure ospiterà la seconda edizione del "Festival della Microstoria", promosso dalla Pro Loco di Varese Ligure e da UNPLI (è possibile scaricare la locandina con il programma sotto all'articolo). L'iniziativa, dedicata nel 2022 alla musa del Foscolo, Luigia Ferrari Pallavicini, è incentrata quest'anno sulla figura del barone Antonio Maghella.
 
Membro di una delle più antiche famiglie del borgo, iniziò la carriera politica nelle istituzioni della Repubblica Ligure "rivoluzionaria" per diventare poi, nel 1808, "prefetto di polizia" del re di Napoli Gioacchino Murat. In tale veste ebbe un ruolo di primaria importanza nella diffusione della Carboneria, soprattutto nel Meridione; il suo incarico e i contatti con le società segrete gli valsero gli appellativi di "enigmatico" e "tenebroso" con i quali fu designato dagli storici.
 
In occasione della giornata di studi saranno esposti alcuni cimeli del barone Maghella, provenienti da collezioni private.
 
L'iniziativa, realizzata in collaborazione con l'associazione culturale "Antonio Cesena" di Varese Ligure, si fregia del patrocinio dei Comuni di Varese Ligure e di Chiavari, della Società Napoletana di Storia Patria, della Società Economica di Chiavari e dell'Accademia dei Cultori di Storia Locale di Chiavari.

BREVE BIOGRAFIA DI ANTONIO MAGHELLA Antonio Maghella (Varese, 10 settembre 1766 - Borsa di Varese, 9 aprile 1850).

Formatosi presso i padri della Missione, intraprese la carriera legale a Genova sotto la guida dell’avvocato Gabaldoni, la cui famiglia aveva forti rapporti con Varese. Quando nel 1797 sorse la Repubblica Ligure di ispirazione rivoluzionaria, entrò a far parte delle nuove istituzioni quale membro del Consiglio dei Giuniori in rappresentanza della zona di Gromolo e Vara, quindi come responsabile governativo di polizia fino al 1803. Nel 1805 fu nella delegazione che assistette all'incoronazione di Napoleone a re d'Italia e partecipò al voto con il quale il Senato di Genova approvò l'annessione della Liguria all'Impero francese. Bonaparte stesso gli conferì la Legion d'onore e da quel momento la carriera politica di Maghella proseguì nelle istituzioni francesi: ricoprì vari incarichi, fino a rappresentare per cinque anni, dal 1807, il Dipartimento degli Appennini nel Corpo Legislativo di Parigi.

A Torino, dove all’epoca abitava, conobbe Giacchino Murat e, tramite lui, il re di Napoli Giuseppe Bonaparte: Maghella si trasferì quindi nella città partenopea, dove nel 1808 Gioacchino Murat, divenuto re, lo nominò prefetto di polizia. Recenti studi di Francesca M. Lo Faro hanno messo in risalto l’importanza della figura di Maghella nel panorama politico internazionale, in un difficile equilibrio che attirò i sospetti dei francesi sulla sua fedeltà. Dopo l’abdicazione di Murat, che lo aveva creato barone, ed il ritorno dei Borboni, Maghella fu fatto prigioniero dagli austriaci e condotto a Mantova, quindi consegnato alle autorità sabaude. Dopo avere trascorso più di un anno nella fortezza di Fenestrelle, fu confinato nella sua tenuta in Borsa di Varese, mentre i suoi beni napoletani venivano confiscati dalle autorità borboniche. Successivamente, con i buoni auspici del segretario di Stato all'Interno del Regno di Sardegna, fu chiamato a Torino come membro della commissione incaricata di istruire i processi contro i protagonisti dei moti del 1831: si trasferì quindi nella capitale sabauda ed il re Carlo Alberto gli conferì il titolo di barone di Borsa, ma ancora una volta gravavano su di lui sospetti per le posizioni antiaustriache e i contatti con gli ambienti carbonari. Personaggio interessante e controverso, dal 1834 al 1835 fu sindaco di Varese; si ritirò poi nella sua tenuta di Borsa, dove visse con la moglie, contessa Paola Chiappe, e dove morì senza eredi nel 1850. Il fratello Giacomo Vincenzo Maghella, con testamento del 1851, destinò parte del suo patrimonio alla creazione di un asilo infantile ed istituì in Varese Ligure l'Opera Pia Maghella.

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