La lezione di ieri di Alessandro Barbero al secondo giorno di festival in Piazza Matteotti ha visto una capienza tale di persone che si sono affollate non solo all’interno del tendone ma anche attorno a tutta la piazza. Tra dentro e fuori quasi mille persone radunate attorno al professore per ascoltare la sua inizialmente unica lezione “1204: i crociati scoprono Costantinopoli”.
Quest’anno però la richiesta era troppo grande così, dopo che i biglietti sono andati esauriti in pochi minuti, Barbero ha concesso una replica che si è tenuta questa mattina al Teatro Impavidi, dove i posti a sedere sono bastati a stento. Accolto tra applausi ed entusiasmo del pubblico, Barbero ha iniziato il suo monologo storico su quell’esperienza di meraviglia che i crociati sperimentarono al loro arrivo nella città di Costantinopoli. Una storia che ricordiamo con termini spesso statici e semplici, ma che narrata da Barbero si arricchisce di particolari nascosti e sconosciuti e immagini violente, che evocano l’eredità di una cultura atroce ma ideale, che non è poi così lontana dalla nostra.
Riflessivo, suggestivo e teatrale, Barbero si esibisce sul palco dell’Impavidi per circa un’ora e mezza, dove si conferma protagonista di rito per il Festival della Mente, che il prossimo anno dovrà essere ripensato in spazi più ampi.
Tra i passaggi più riflessivi il tema della guerra, che raccontato in termini storici racchiude in sé una visione meravigliosa della figura del soldato conquistatore, ammirato e narrato come un uomo glorioso che sacrifica la sua vita in nome dell’espansione di un impero. Una meraviglia storica e contestualizzata che questa mattina è diventata un racconto teatrale, dove Barbero premette “loro a quel tempo la pensavano così”, una narrazione neutrale e priva di giudizio ma estremamente riflessiva, attraverso la quale il professore tocca anche temi quali gli interessi economici, il potere politico e quello vaticano, la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere, la rivalità tra popoli e la supremazia occidentale.