"Avendo preso avvio i lavori per la realizzazione del manto in erba artificiale e opere accessorie del campo di calcio Carmelo Amenta, ricompreso a ovest e ad est dalle vie Paita e da via Artigliè, i due principali accessi dalla strada provinciale 530 alla Marina dell’abitato di Fezzano in comune di Porto Venere, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e la Provincia di La Spezia, come da prescrizioni impartite al momento della presentazione del progetto e del relativo documento di verifica preventiva dell’interesse archeologico, in ottemperanza alla normativa vigente, ha assicurato una assistenza archeologica continuativa in corso d’opera a tutti i lavori che prevedono scavi ad una profondità superiore ai 50 cm.
Mentre nelle prime settimane i modesti lavori di rimodellazione del pendio e di demolizione degli spalti sul lato occidentale del campo non hanno comportato alcun ritrovamento, quando sono iniziati gli scavi in trincea per la costruzione del nuovo muro di recinzione a margine del lato breve settentrionale del campo, alla fine del mese di aprile u.s. è emerso un tratto della lunghezza di circa 3,50 metri di un muro che a seguito di un approfondimento e della pulizia dei relativi prospetti, con la messa in luce di una piccola caditoia, è interpretabile come opera di regimentazione idrica di età post-medievale, che delimitava il Fosso della Mortena prima della sua recente tombinatura, avvenuta nel secolo scorso.
Proseguendo lo scavo della suddetta trincea, che ha raggiunto fino ad ora una lunghezza di oltre 25 metri, nella seconda metà del mese di maggio u.s. sono affiorate sotto potenti strati di riporto novecenteschi ad una profondità media di circa 1,50 metri le rasature di alcune murature.
Sebbene sia appena iniziato nei giorni scorsi lo scavo archeologico in profondità di tali strutture, concordato con l’Amministrazione comunale, e tenuto conto che solo dopo la sua conclusione si potranno fornire informazioni più precise su datazione e funzione di questi ambienti, è possibile fin da ora definirli di interesse archeologico ed attribuirli ad età romana.
Un lungo muro con orientamento est-ovest che corre in fregio seppure con andamento non perfettamente parallelo al muro di recinzione moderno del campo, emerge dal terreno per adesso per soli due filari e risulta costruito impiegandopietre sbozzate di diversa misura, allettate in maniera irregolare con legante di malta bianca. Sebbene mal conservato e con importanti lacune causate da precedenti asportazioni, avvenute forse già in età antica, sembra costituire il muro perimetrale verso la Marina e il limite di un complesso con probabile estensione verso monte; infatti sul suo prospetto interno meridionale si legano almeno quattro muri divisori disposti in senso perpendicolare, che delimitano alcuni ambienti collegati tra loro da varchi in successione.
L’affioramento di alcune tracce o impronte delle soglie di tali aperture già prima del previsto approfondimento stratigrafico purtroppo non depone a favore della conservazione in elevato di tali muri, dei quali si ignora per ora se siano conservati eventuali pavimenti. Alcuni indizi costituiti da un battuto di malta e cocciopesto e da una breve muratura con tecnica più grossolana e priva di legante indurrebbero ad ipotizzare l’esistenza di una fase tardo-antica che potrebbe aver comportato il parziale riutilizzato del complesso.
Si segnala la singolare scarsità di materiali ceramici, databili a partire dal I secolo a.C., che potrebbe spiegarsi con l’identificazione di quanto fino ad ora emerso come la parte non residenziale-abitativa ma destinata a deposito, stalle o con finalità produttive di un probabile insediamento rurale da collegarsi a un originario prediale romano fundus Alphidianus (attuale Fezzano); a tale proposito appare significativo il ritrovamento di una porzione di un grande contenitore (dolium) usato per stoccaggio di liquidi.
Al fine di dare una comunicazione seppure ampiamente preliminare della scoperta archeologica si è organizzato in collaborazione col Comune di Porto Venere nell’ambito delle Giornate Europee dell’Archeologia, che si terranno dal 16 al 18 giugno p.v., un “open day” del cantiere archeologico aperto al pubblico con la presenza degli archeologi al lavoro e del funzionario competente per territorio nella giornata di sabato 17 giugno dalle ore 10 alle ore 14 con visite cadenzate ogni ora.
Si tratterà di una rara occasione per poter visitare in sicurezza un cantiere archeologico in corso; durante tale evento verranno fornite informazioni sullo scavo e sulla tipologia della villa romana che anche nel golfo di La Spezia risulta attestata oltre che da diversi toponimi di origine fondiaria, come Muggiano, Fabiano, Pegazzano, Barbazzano, e da alcune vicine scoperte (San Vito di Marola) e vecchie segnalazioni di ritrovamenti, come quella di Ubaldo Mazzini nel 1922, dall’eccezionale esempio del vicino e noto complesso rustico-residenziale del Varignano vecchio".
Il funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia dott. Luigi Gambaro