Come si evince dal titolo, è un film metafisico, in cui la chiamata di Dio è, effettivamente, una telefonata che una donna riceve da una voce misteriosa che le impone di fare delle scelte. Ma tutto ciò è innestato in una storia minima e apparentemente quotidiana. Il film è in programma al NUOVO con due serate evento Martedi 4 aprile alle 20.30 e Mercoledi 5 Aprile alle 21.00 La trama semplice e quasi banale si ampia perciò a una struttura complessa, giocata su più livelli – è realtà? È un sogno? È lo svolgimento di un romanzo? È, insomma, un’opera con un enorme potenza. L’isolamento e la clausura, progressivamente autoimposti dai protagonisti, inoltre, rappresentano nel modo migliore e indiretto i tempi del lockdown, durante i quali necessariamente la volontà dei singoli era ridimensionata in virtù dell’evidenza di una forza superiore che condizionava i nostri destini. Ci mancherà, Kim Ki-Duk,