Domenica 7 agosto alle ore 21 il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” verrà presentato a Corniglia, in Largo Taragio. L’iniziativa è dell’Associazione Uniti per Corniglia, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale.
Dopo il saluto del sindaco Francesco Villa ed i ringraziamenti di Francesca Guelfi, dell’Associazione Uniti per Corniglia, Michelangelo Pistoletto e Giorgio Pagano converseranno sugli anni Sessanta, con riferimento particolare a Corniglia ed a Vernazza.
Le Cinque Terre sono tra le protagoniste del libro: furono, in quegli anni, “un’avanguardia sul mare”, meta di intellettuali provenienti da tutto il mondo, che intrecciarono le loro vite con quelle dei giovani del posto.
Michelangelo Pistoletto, prima a Vernazza, poi a Corniglia, nel 1968 e nel 1969 sperimentò, con il laboratorio di ricerca “Lo Zoo”, il teatro di strada e comunitario e la creatività culturale corale, dando vita, soprattutto a Corniglia, a un rapporto straordinario con la comunità dei residenti.
La serata prevede anche un intermezzo musicale di Manuel Picciolo e la proiezione del video “Un mondo nuovo, una speranza appena nata”, a cura del Gruppo Fotografico Obiettivo Spezia.
“Caratteristica dell’opera -scrive lo storico Paolo Pezzino nella Prefazione- è lo spettro veramente impressionante degli argomenti trattati: non ci si limita infatti agli aspetti più evidenti delle lotte sindacali degli operai, del movimento degli studenti, dei rapidi mutamenti del mondo politico, ma si prendono in considerazione anche l’evoluzione del costume, della cultura artistica e musicale, dei quadri ideologici, delle pratiche religiose. I due volumi sono poi corredati da importanti apparati: una cronologia internazionale e nazionale, oltre che locale, appendici documentarie, le schede biografiche dei testimoni, e le fotografie, che fanno parte a pieno titolo dell’interpretazione e della narrazione storiografica. In conclusione un’opera monumentale che restituisce alla Spezia, importante città industriale, il ruolo di primo piano che le spetta nel quadro dei sovvertimenti politico-sociali ed economici degli anni Sessanta”.