"Il 21 luglio 2022 che cosa si festeggia a Sarzana? Si festeggia la cacciata dei fascisti da parte della popolazione civile unita alle forze dell’ordine, i cosiddetti “Fatti di Sarzana” ampiamente documentati dagli storici, ricordati nel film del 1980 di Luigi Faccini “Nella città perduta di Sarzana”, motivo per cui la città meritò l’appellativo di “ Sarzana la rossa” e il presidente Sandro Pertini durante una visita ufficiale ebbe modo di dire:” Se tutte le comunità avessero reagito come Sarzana il fascismo non si sarebbe affermato”", così in una nota il Direttivo dell’associazione civico-culturale “Sarzana si può!”.
"Con buona pace di coloro che parlano di “compleanno di Sarzana” perché sembra che sia stata elevata al rango di città dal papa Paolo II il 21 luglio 1465, vogliamo sottolineare che Sarzana è citata per la prima volta in un documento del 965 dell’imperatore Ottone III come “castrum Sarzanae” e, riconosciuta come possedimento del vescovo di Luni, diventò poi un borgo fortificato; da un documento risalente al XII secolo risulta che la città fu tolta al dominio dei vescovi di Luni e posta sotto la protezione dell’imperatore Federico I.
Il papa Innocenzo III vi spostò la sede vescovile, quindi nel 1316 passò sotto il controllo di Castruccio Castracani, signore di Lucca. Per cui la città è nata molto prima del presunto compleanno dell’anno 1465.
Ribadiamo allora che il 21 luglio rimane una data fondamentale per Sarzana, che va ricordata e celebrata ogni anno, ma come data storica della vittoria della popolazione civile sull’arroganza degli squadristi neri che cominciavano ad imporsi con la violenza e la sopraffazione.
Questo vogliamo ricordare. Questo vogliamo festeggiare.
A conclusione quindi ci sembra che notte bianca, negozi aperti, vie affollate dai turisti… tutto bene, certo. Ma La serata di musica animata dalla inossidabile Orietta Berti, peraltro imposta da una scelta culturale programmata dalla Regione Liguria e non direttamente dalla nostra amministrazione comunale, ecco, non ci sembra proprio la più idonea per ricordare i fatti del ’21, a patto che non si esibisca in “Addio Lugano bella…”