“Le ferite del vento”, testo di Juan Carlos Rubio, è Il primo spettacolo che vede la coproduzione tra il Teatro Civico della Spezia e la Società per Attori; andrà in scena in prima nazionale venerdì 11 febbraio alle ore 20.45 (in replica sabato 12 e domenica 13) e vedrà la partecipazione di attori di notevole importanza sul piano nazionale, come Cochi Ponzoni e Matteo Taranto, guidati dalla regia di Alessio Pizzech.
Alla presentazione della coproduzione, questa mattina al Civico, erano presenti, oltre agli attori protagonisti sopra nominati, anche il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, il Direttore della area II Servizi Culturali Massimiliano Curletto e il Presidente della Commissione di Direzione Artistica del Teatro Civico Alessandro Maggi.
“La prima, storica, coproduzione del nostro teatro e della nostra città, una promessa che avevamo fatto anni fa e che oggi finalmente vede la luce” - queste le prime considerazioni del Sindaco Pierluigi Peracchini che ha poi proseguito - “‘Ferite nel vento’ è una storia molto bella, toccante, che coinvolge tutte le emozioni e la vita di tante persone. Ci tengo a ringraziare tutti perché nonostante la pandemia siamo riusciti a realizzare questa produzione e a dare un segnale importante a tutta la città, alla provincia e anche a quelle limitrofe, dato che il nostro teatro è uno dei pochi aperti”.
Successivamente è intervenuto il Presidente della Commissione di Direzione Artistica del Teatro Civico Alessandro Maggi, Il quale ha sottolineato l’importanza di lavorare per la città costruendo cose nuove che prima non c’erano, in un periodo come quello attuale di pandemia dove solitamente le cose si fermano. Ha concluso ringraziando l’amministrazione per quanto fatto: ”C’è la necessità di rimarcare la disponibilità da parte dell'amministrazione verso l’attività teatrale. È raro che un Comune dedichi tempo e risorse alla cultura teatrale e ciò merita un plauso”.
“Le ferite nel vento”, come sottolinea Alessio Pizzech nelle note di regia, è: ”Un racconto intenso, fatto di emozioni che ci narrano della bellezza e dello stupore quando, fuggendo dagli stereotipi, viene rimesso in gioco il significato delle parole figlio e padre”.
Il giovane Davide, alla morte di suo padre Raffaele, è costretto a farsi carico di tutte le incombenze pendenti. Frugando fra una montagna di carte, il giovane trova, però, qualcosa di inatteso, lettere d’amore indirizzate ad un uomo. Sconcertato dalla scoperta, Davide decide di andare a far visita al presunto amante del padre. L’incontro con questo anziano signore gli darà modo di scoprire verità mai immaginate. Ne nasce così un duello teatrale in cui si ricostruiscono i tratti di un uomo che il figlio stenta a riconoscere come suo padre.
Carlos Rubio ci porta nel labirinto di un legame misterioso senza limiti di spazio e tempo che si è cementato fra Giovanni e Raffaele all’insaputa della famiglia di quest’ultimo.