Ironici, taglienti frammenti di vita quotidiana permeati di autentica spezzinità: sono i cento calembours di Piergino Scardigli dedicati al rapporto spesso conflittuale degli esseri umani con il cibo e contenuti nel volume "Nell'abbondanza la pietas si fa pietanza" la novità di questi giorni in libreria, dodicesima fatica letteraria pubblicata dall'Edizione del Tridente.
Come recita il sottotitolo, «L'odierna resistenza è oggi mimar inappetenza», e tutto ciò che ruota attorno a pranzi, cene, spuntini, aperitvi e merende diventa materiale d'ispirazione per Scardigli, arguto conoscitore della storia e delle abitudini spezzine - non solo culinarie - capace di tratteggiare con epigrammi ora poetici ora irriverenti le mille situazioni che ruotano attorno al desinare. Nella sua prefazione Filippo Paganini -presidente dell'Ordine regionale dei giornalisti della Liguria traccia la linea: «Esiste una spezzinità? È difficile rispondere alla domanda. Ma se esiste ha un suo tratto saliente nel calembour, nel gioco di parole intelligente, nell'epigramma irriverente fino al vertice dell'assurdo corredato di un suo significato preciso e di un contenuto sapientemente ironico».
Se Gino Patroni ne è stato l'insuperato maestro e ispiratore, Scardigli riesce ogni anno a stupire con sprazzi sempre nuovi di lucida ironia, spesso dissacrante perché aderente alla cruda realtà e aggiornata alle più nuove tendenze nel pianeta cibo, dalla cucina vegana agli apericena, dai ristoranti all'aperto alle diete impossibili. Scardigli, stimato avvocato, presidente per tanti anni della Camera di commercio esordì nel mondo del calambour nel '93 con "M' illumino di meno".