La riapertura delle sale cinematografiche dopo le chiusure della pandemia porta con sé, oltre a film tradizionali, anche produzioni innovative. Le sale di comunità spezzine, che del cinema di qualità hanno sempre fatto una bandiera, si adeguano, presentando pellicole di carattere sperimentale ed altre legate alle trasformazioni in atto, vere e proprie “nuove frontiere” del cinema.
Così, in questi giorni, sia l’”Italia” di Sarzana sia il “Controluce” della Spezia presentano agli spettatori, in alternanza con appuntamenti più tradizionali, quello che non a caso chiamano come “evento”: il film documentario “Fantasmi a Ferrania”, del regista Diego a Scarponi. Il docu-film viene proiettato a Sarzana stasera alle 19 e domani sera alle 21.15, martedì invece alle 21 nella sala spezzina del “Don Bosco”.
L’opera di Scarponi rappresenta un vero e proprio documento di storia dell’immagine, incentrato sulle vicende di Ferrania, la località ligure della Val Bormida, in provincia di Savona, dove per decenni sono state prodotte, nello stabilimento industriale omonimo, le pellicole in celluloide che hanno fatto non solo la storia della fotografia amatoriale (i celebri “rullini”) ma anche quella vera e propria del cinema. La fabbrica, unica del genere in Italia, era nata nel 1923 ed ha proseguito la sua produzione sino al 2009, quando la celluloide è stata sostituita dall’avvento del digitale. Le pellicole “Ferrania” sono state così utilizzate dai maggiori registi italiani del Novecento, da Fellini a Pasolini, da Rossellini a Lattuada. Oggi l’intero sito è stato trasformato e le pellicole sono rimaste come “fantasmi”, testimoni però di un mezzo di comunicazione sociale che ha fatto la storia di un intero secolo.
All’”Italia” il film è stato presentato in anteprima venerdì dal critico Joe Denti, curatore del cineforum di quest’anno, e dal regista sarzanese Massimo Zannoni, il cui cortometraggio “La petit folie” è stato a sua volta proiettato in apertura di serata. Appuntamenti culturali che segnano davvero l’importanza e il ruolo delle cattoliche “sale di comunità”.