Sabato 24 luglio lo scultore spezzino Fabrizio Mismas è stato invitato dagli organizzatori degli "Incontri al Caffè" nel prestigioso spazio del 42° Festival della Versiliana, a Marina di Pietrasanta, per un intervento nel corso della serata dedicata a Ugo Guidi e il suo museo.
Serata che ha visto anche la partecipazione dei figli del maestro, Vittorio e Fabrizio, e di importanti personaggi del mondo della cultura e dell’arte quali il critico Lodovico Gierut, la direttrice del Museo Guidi 2 Chiara Mallegni e il direttore del Museo di Bolzano Emanuele Guidi. Mismas ha tratteggiato la personalità e l’opera di Ugo Guidi (1912-1977) scultore di fama e autore di importanti monumenti in varie città italiane nonché maestro, all’Accademia di Belle Arti di Carrara, di almeno due generazioni di scultori spezzini.
In particolare, riprendendo la testimonianza del figlio Fabrizio sulla sbalorditiva rapidità nel disegnare del padre, Mismas ha spiegato criticamente la particolare poetica di Guidi votata a fissare l’effimero mediante una pratica spedita ed interrotta solo nel momento di massima espressività, momento di materializzazione dell’afflato candido o arguto o movimentato, comunque sempre spontaneo. E tutto si spiega: Guidi era figlio di quella generazione di critici che avevano riscoperto e rivalutato i cosiddetti primitivi - Giotto, Cavallini, Simone Martini, Wiligelmo, Antelami, Giovanni Pisano, ecc. - da ora non più considerati una tappa di avvicinamento all'acme di Michelangelo e Raffaello divenendo acme loro stessi.
Di qui l'idiosincrasia per gli abili e per la metodica lunga e calcolata tipica della scultura di fine '800/primo '900. Di qui l'entusiasmo per gli "istintivi" e per la fresca immediatezza operativa. Ugo Guidi, maestro riconosciuto tanto da essere regolarmente frequentato nello studio da Ernesto Treccani, Ottone Rosai, Alfonso Gatto, Achille Funi, Antonio Bueno, Artemio Franchi, Arturo Puliti, Giuseppe Migneco e tanti altri grandi del Novecento.