Misurare la frequenza e l'intensità delle alluvioni alla foce del fiume Magra, in Liguria, per valutare l'efficacia delle misure adottate a difesa del territorio. È lo scopo della ricerca interdisciplinare promossa dai Dipartimenti di Sociologia e Ricerca sociale, Scienze dell'Ambiente e della Terra e Biotecnologie e Bioscienze di Milano-Bicocca con l'obiettivo di approfondire la relazione tra conseguenze delle piene eccezionali del fiume, trasformazioni climatiche e azione antropica. E adesso la ricerca, finanziata grazie al bando Bicocca Starting Grants 2020, diventa anche una mostra.
Memorie del Magra non presenta i risultati finali della ricerca, ancora in corso, ma è parte del progetto che condivide fonti, metodologie e domande con le comunità della foce per favorire una maggiore consapevolezza delle problematiche che riguardano la storia geologica e umana del territorio.
Quattro linee tematiche, una narrazione per immagini, due focus sulle comunità della foce.
La mostra è strutturata attraverso quattro linee tematiche per illustrare il contesto geologico e umano della foce del fiume Magra: la storia geologica del bacino del fiume Magra, la foce del fiume negli ultimi 2000 anni, il governo del territorio e le vie di terra e di acqua che lo attraversano. La trasformazione degli spazi di vita delle persone e la mutata relazione di questi spazi con quelli del fiume è rievocata attraverso i frammenti delle memorie conservate dalle comunità della foce: immagini fotografiche raccolte dal progetto grazie al contributo attivo e partecipato di queste comunità. Anche i focus su Bocca di Magra e Fiumaretta, che tracciano i tratti essenziali dello sviluppo storico di queste comunità, aumenteranno grazie al contributo dei cittadini del posto.
Una mostra diffusa, in più tempi. La mostra sarà fruibile dal 28 luglio per le vie di Bocca di Magra e Fiumaretta con le quattro linee tematiche e i focus sulle comunità della foce; nella seconda metà di agosto verrà allargata con la narrazione per immagini e a settembre si amplierà ulteriormente. La mostra ospiterà anche un intervento di arte pubblica realizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Carrara.
Una mostra partecipata che attiva le comunità. L'approfondimento scientifico si accompagna a una fondamentale azione di coinvolgimento delle comunità del territorio che partecipano attivamente anche nella produzione della mostra, offrendo gli spazi per l'allestimento e parte del materiale esposto.