Proseguono gli esempi e gli inviti dell’alpinismo lento ad effettuare salutari attività negli ambienti naturali in tempo di Coronavirus. Nei giorni scorsi l’associazione Mangia Trekking, ha svolto diverse attività sportivo culturali per conoscere alcuni luoghi di confine dello stupendo Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Nel corso di tali iniziative, i partecipanti insieme, sono andati a Biassa un borgo di antichissima origine, situato immediatamente fuori dal territorio del Parco a 323 metri sul livello del mare, ma strettamente legato alle terre di Tramonti, che nel Parco, sul lato opposto della montagna, dal crinale, a strapiombo scendono sul mare. Tramonti caratterizzata da muretti a secco e piccoli poderi coltivati a vite, storicamente di proprietà delle comunità di Biassa. Terra dello sciacchetrà, luogo di dura fatica, e dimostrazione della tenacia secolare dell’uomo. Ma anche della bellezza dei luoghi.
La storia di Biassa conduce ai tempi antichi, ed è molto interessante. Fu edificato nel corso del tempo in tre differenti siti di una ristretta area. Prima dell’anno 1000 era in prossimità del Monte Parodi e si chiamava Roccanegra. Nel secolo XIII la Repubblica Marinara di Genova, per difendersi dai Pisani, fece erigere il castello di Coderone (dove oggi sono visibili i ruderi), abitato dalla famiglia dei signori di Biassa, e dove l’agglomerato abitativo si trasferì.
Successivamente nel XV secolo, la famiglia Biassa diede il proprio nome al Paese costruito nella nuova attuale posizione. Così, con tale spirito, l’alpinismo lento, seppur apparentemente immobilizzato dalle difficoltà del momento, facendo attenzione alle prescrizioni sanitarie, continua a muoversi e vivere nei territori.