Tutto esaurito per la “veglia” teatrale organizzata da Armunia, Festival di Castiglioncello per ricordare il grande artista teatrale e videomaker Giacomo Verde; 110 posti a sedere all’anfiteatro e altrettanti davanti a Castello Pasquini per la diretta su grande schermo: in scena il figlio del grande artista (scomparso il 2 maggio scorso) il ventunenne spezzino (ma lucchese di nascita) Tommaso Verde, guidato dal Maestro Giuliano Scabia, un mito del teatro di narrazione, tra i firmatari nel Nuovo Teatro in Italia nel 1968.
Per il racconto –in parte scritto da lui in parte estemporaneo- è partito da una scatola di fotografie e di ricordi, dal cappello e dal telo del contastorie della tradizione per ricordare quel teatro vagante popolare che recuperava la tradizione dell’oralità con cui Giacomo Verde aveva cominciato la carriera d’artista negli anni Settanta. Spigliato e divertente, con la complicità di tante immagini e di video di vecchi amici (“ma anche amici diventati vecchi” come ha detto..) Tommaso Verde ha raccontato le sue memorie di figlio che ha “calcato” il palcoscenico prima ancora di camminare. Che ha visto moltissime volte gli spettacoli del padre ma ogni volta era diverso perché da navigato “commediante dell’arte” Verde cercava sempre l’inciampo, l’errore per rendere unica la rappresentazione.
Negli anni Ottanta iniziò a usare la telecamera in scena diventando uno dei punti di riferimento del videoteatro e della tecnonarrazione in Italia. Docente all’Accademia di Carrara Verde ha avuto la soddisfazione di vedere “crescere” artisticamente i suoi allievi, alcuni dei quali sono diventati artisti digitali di successo. Il Teatro Nazionale di Roma, pochi giorni dopo la sua scomparsa, ha mandato via streaming il suo ultimo spettacolo Il piccolo diario dei malanni, dove l’artista raccontava la scoperta della malattia e la sua battaglia contro il tumore. A lui sarà dedicata una mostra sulla videoarte in Italia nel 2021.
Pubblico commosso e tantissimi applausi.