In collaborazione con le Comunità italiane negli Stati Uniti è stato costituito il comitato in difesa di Cristoforo Colombo e della storia.
Spiega l’amministratore del gruppo facebook, in doppia lingua Inglese ed Italiano, Angelo Sinisi: “La rimozione delle statue è un pericoloso segnale di razzismo contro le comunità italiane. Il gruppo nasce a seguito della rimozione, ed in molti casi della distruzione, delle statue di Cristoforo Colombo negli Stati Uniti. Queste azioni, anche vandaliche, hanno provocato l’indignazione degli Italo Americani in America. Io sono entrato in contatto con il comitato di Little Italy di Chicago dove ormai le comunicazioni sono frequenti ed abbiamo concordato insieme la creazione di questo gruppo, per solidarietà e dare forza e coraggio ai nostri connazionali oltre oceano, con l’auspicio che si possa arrivare ad un accordo pacifico e concordato tra tutte le parti in causa”.
Il gruppo vedrà anche la partecipazione degli Italiani oltre oceano e sarà uno snodo di scambi di informazioni ed iniziative coordinate.
La ragione di questo odio contro Colombo è che viene ritenuto il pioniere del colonialismo e del razzismo, che seguì nei secoli avvenire in America.
“Siamo arrivati ad accuse di ogni genere: da stupratore, a schiavista, a responsabile dei genocidi avvenuti secoli dopo da parte di altri colonizzatori. Tutto questo senza tenere conto del contesto storico in cui si trovava ben 500 anni fa. Con questa iniziativa speriamo di mostrare non solo la nostra vicinanza agli Italo Americani ma anche sensibilizzare la politica nazionale ed in particolare quella di Genova, città natale del navigatore, per arrivare appunto ad una conclusione pacifica che possa riconoscere la verità storica. Le terribili stragi dei nativi furono opera dei conquistadores spagnoli, degli inglesi, dei francesi e dei coloni americani, affamati di terra, e delle guerre combattute dall'esercito americano".
Chi vuole aderire all’iniziativa è invitato di partecipare al gruppo facebook HANDS OFF COLUMBUS / GIU’ LE MANI DA CRISTOFO COLOMBO.