Alle 11.36 del 14 agosto 2018 una parte del viadotto Polcevera, conosciuto da tutti come Ponte Morandi, crollò, portando con sè la vita di 43 persone. Molti furono i feriti e 566 gli sfollati.
Un boato sconvolse Genova, poi il silenzio attonito della città, che non poteva credere a quanto accaduto. Un silenzio straziante, spezzato solo dalle grida dei feriti e dalle voci dei soccorritori.
A distanza di 6 anni dalla tragedia, mentre al posto di Ponte Morandi è stato costruito Ponte San Giorgio, prosegue il processo per individuare eventuali responsabilità all'origine di quella tragedia, legate alla mancanza di controlli e all'incuria.
I MESSAGGI DI RICORDO E CORDOGLIO
Il Ministro Alessandra Locatelli scrive: "Il crollo del ponte Morandi a Genova è una tragedia senza precedenti, uno strappo nel cuore di tutti e un dolore immenso per il nostro Paese.
Il 14 agosto del 2018 sono morte 43 persone, 16 sono state ferite e 566 sfollate. È una ferita ancora aperta, soprattutto per i familiari e gli amici delle vittime e per la città di Genova. La mia preghiera è per le persone che non ce l’hanno fatta, per chi è sopravvissuto, per tutte le persone coinvolte, per i soccorritori, per chi ha reagito e per chi soffre ancora di un dolore profondo per quanto accaduto".
L'ex Presidente della Regione Giovanni Toti afferma: "Per la sesta volta ricordiamo commossi il momento più difficile della Liguria. Il 14 agosto del 2018 crollava il Ponte Morandi e le sue macerie seppellivano ogni certezza.
Oggi riviviamo il dolore per le 43 vittime innocenti e ricordiamo con orgoglio la capacità di reazione di una comunità che ha saputo ricostruire il ponte e riprendere il cammino verso il futuro. Oggi che tutto sembra un po’ grigio, non dimentichiamo cosa siamo stati capaci di fare insieme".
Questo il ricordo dell'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola: "Questa giornata è importante per la città non solo perché riviviamo il dolore per le 43 vittime innocenti ma perché deve servire da monito a tutto il mondo per non dover mai più affrontare tragedie di questo tipo. Nel 2018 rivestivo da pochi giorni il ruolo di coordinatore dell'emergenza in tutta la regione e nel giro di poche ore, con le direzioni sanitarie del San Martino e con tutti gli altri ospedali della città, avevamo messo in piedi un sistema che poteva accogliere centinaia di feriti. Presto purtroppo abbiamo capito che questa organizzazione non sarebbe servita a nulla perché avremmo dovuto fare soprattutto una conta dei morti. Quel giorno avevano adibito anche locali non lontani dal Pronto soccorso ad obitorio. Una scelta dal valore simbolico che metteva vicino le persone scomparse con chi invece continuava a lottare per sopravvivere. In Liguria il sistema per la risposta all'emergenza ancora una volta ha dimostrato di essere all'altezza. Quel giorno non abbiamo neanche avuto bisogno di particolari sistemi organizzativi perché il personale che stava lavorando non è smontato dal turno e quello del turno successivo è arrivato in anticipo in modo tale da aumentare gli organici stessi e poter garantire risposte all'altezza della situazione. Il primo grazie ancora una volta va quindi ancora ai sanitari che hanno lavorato strenuamente per far fronte ad una tragedia immane ed incomprensibile".
Queste le parole del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini: "Sei anni fa il crollo del ponte Morandi ha segnato una tragedia che ha scosso Genova, la Liguria e tutta l'Italia, causando la morte di 43 vittime innocenti, alle quali oggi va un pensiero commosso e la nostra vicinanza ai familiari.
La ricostruzione del ponte ha dimostrato la forza della comunità e delle istituzioni, ma soprattutto ci ricorda quanto sia fondamentale investire nella sicurezza delle opere pubbliche, una priorità imprescindibile per il nostro Paese".
Matteo Bellegoni, Segretario regionale Liguria del Partito Comunista Italiano, scrive: "Sono già trascorsi 6 anni dalla mattina del 14 agosto del 2018 quando il ponte Morandi, alle 11,36, crollò tra la pila 8 e la pila 10 causando la morte di 43 persone. Una delle tante tragedie annunciate riguardo una struttura che presentava già da diversi anni notevoli criticità più volte denunciate e dovute all'assenza di manutenzione, di messa in sicurezza, di custodia delle opere e del territorio. Priorità che non possono essere soggette a rigore di spesa o, peggio, a taglio di risorse come avviene ormai da troppo tempo nel nostro Paese. La vicenda rappresenta l'evidenza di quanto le grandi opere infrastrutturali all'epoca fossero assolutamente necessarie e quanto rimangono importanti ma se non vengono poi effettuati, o se vengono ridotti al lumicino, gli interventi di manutenzione, il nostro diventa un Paese nel quale è sempre più pericoloso vivere.
Da quel terribile giorno di 6 anni fa i familiari attendono ancora giustizia e la fine di un processo iniziato nel luglio del 2022 che ha visto imputate 58 persone tra dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l'Italia, Ministero delle Infrastrutture e Spea, la società responsabile delle manutenzioni e delle ispezioni. Società che, insieme con Autostrade, è uscita dal processo con un patteggiamento di quasi 30 milioni, mentre il processo continua per i singoli manager e i funzionari. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. I reati di falso ideologico, relativi anche a documenti informatici commessi a tutto il 2011 si sono prescritti a giugno 2024, così come i reati di rifiuto in atti di ufficio commessi nel 2016; un ulteriore affronto subito dalle vittime e dalle loro famiglie dopo quello dei Governi che, anni fa, hanno preferito operare per il riacquisto delle quote della società concessionaria Atlantia con 9,5 miliardi di denaro pubblico anzi che togliere la concessione a chi si è reso responsabile della mancata manutenzione e di una vergognosa superficialità sulla pelle delle persone.
Invece di pensare a nuove autostrade e ferrovie veloci sarebbe il caso di dedicarsi alla dotazione di un utilizzo serio, in sicurezza dei servizi pubblici già esistenti con un indirizzo di risorse pubbliche a favore delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture del Paese senza far prevalere la logica del profitto a tutti i costi rispetto a quella della salvaguardia delle vite umane come accaduto in questa tremenda vicenda che speriamo sera da monito e da lezione. Non si può pensare a tagli e austerità quando in gioco c'è la vita dei cittadini.
Ci stringiamo in un forte abbraccio alle famiglie delle vittime nella speranza si faccia al più presto giustizia e chiarezza nel rispetto e nel ricordo dei loro cari".
"La Cisl ricorda oggi le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova a sei anni da quella terribile tragedia che si poteva e doveva evitare. Costruire in assoluta sicurezza e nei tempi prefissati le necessarie infrastrutture, eseguire periodicamente i controlli e la giusta manutenzione delle opere pubbliche, tutelare con responsabilità ed investimenti il territorio, proteggere la vita dei cittadini e le attività economiche sono questioni essenziali alla base della crescita del paese". Lo scrive sui social il leader Cisl Luigi Sbarra.
La Cisl della Liguria "piange, nel sesto anniversario della tragedia del crollo del Ponte Morandi, le 43 persone che hanno perso la vita. Il 14 agosto 2018 la sciagura ha colpito le famiglie delle vittime e tutto il territorio. Dagli errori, anche quelli luttuosi, bisogna imparare perché mai più succeda una simile catastrofe: bisogna garantire sicurezza per i cittadini e per i lavoratori, investendo in quelle opere e in quelle manutenzioni che servono ad assicurare la tranquillità di tutti e lo sviluppo dell’economia a sostegno dell’intera popolazione".
Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria, sottolinea: "È un giorno doloroso per Genova e l'Italia che oggi si apprestano alla commemorazione del crollo del ponte Morandi nel ricordo delle vittime. Una tragedia immensa che ha svelato la fragilità del nostro territorio rispetto alla realizzazione delle vecchie e nuove opere infrastrutturali. Questa è una ricorrenza nella quale la Uil intende fare un ulteriore appello alle istituzioni e alle imprese rispetto alla salute e alla sicurezza nel mondo del lavoro, con particolare riguardo alla grandi opere che devono proseguire all'insegna della legalità, del rispetto delle regole e della vita.
Su questo tema va aperto un cantiere permanente sulla sicurezza con tutti gli attori istituzionali in campo perché Zero Morti sul Lavoro è l'obiettivo del nostro sindacato che, da sempre, tiene alta la guardia sulla vita dei lavoratori con una campagna permanente su tutto il territorio nazionale.
Sulla sicurezza basta con le parole: chiediamo al governo provvedimenti concreti".