Il Museo civico “A. Lia” della Spezia sarà protagonista a Forlì in occasione della mostra “Ulisse. L’arte e il mito, dedicata appunto alla figura di Ulisse in programma ai Musei di San Domenico dal 15 febbraio al 21 giugno.
Una prestigiosa e affascinate mostra che vedrà esposto anche un dipinto stabilmente presente all’interno del museo civico spezzino e richiesto dai Musei di San Domenico per questa nuovo l’allestimento. Il “Lia” quindi si conferma sempre di più un museo di eccellenza e di riferimento nel panorama nazionale ed internazionale grazie alla sua straordinaria collezione di opere d’arte sempre più richieste da altre strutture museali nazionale ed internazionali.
La mostra dedicata al mito di Ulisse infatti vede altri importanti prestatori nazionali e internazionali, dai Musei Capitolini alle Gallerie degli Uffizi, dai Musei Vaticani alla National Gallery di Londra, dal Prado all’Ermitage. Ebbene, tra questi c’è anche il nostro Museo Lia che partecipa con un significativo prestito, vale a dire la Circe raffigurata dal Grechetto attorno al 1650. Qui la maga è rappresentata sorridente e ambigua mentre guarda un gruppo eterogeneo di animali che le sono prossimi, risultato della trasformazione appena operata di alcuni sventurati guerrieri, le cui armature baluginano a terra ormai vuote e inutili, accanto ad un teschio. È questo è un tema iconografico raffinato e insolito, che ebbe una discreta fortuna nel corso del Seicento, nell’ambito di una corrente figurativa rivolta alla magia e all’occultismo, all’indagine della natura nelle sue fasi estreme e incontrollabili. Il Grechetto, che di questa corrente è tra i protagonisti, predilige tale scelta rappresentativa, come dimostra peraltro anche il disegno acquarellato conservato agli Uffizi di analogo soggetto, disegno che appare in stretto legame con il nostro dipinto, dove similmente la maga è figurata paga della trasformazione appena conclusa.
La mostra Ulisse. L’arte e il mito, dedicata appunto alla figura di Ulisse, la cui ombra si è distesa e ancora si allunga sulla cultura d’Occidente, così adombrando il mito dell’eroe solitario in lotta perenne con il destino. Tale lo vede Dante nel ventiseiesimo canto dell’Inferno, prototipo di chi sfida l’ignoto per irrefrenabile bramosia di conoscenza, e così è Leopold Bloom, il protagonista del libro di Joyce, che consuma il suo viaggio in un unico giorno: se questo è l’eroe letterario l’arte figurativa ha contribuito poi in maniera decisiva a trasformarne il mito, ad adattarlo, illustrarlo e interpretarlo in relazione al proprio tempo. Molti e prestigiosi sono i prestatori che partecipano a tale progetto espositivo, che intende raccogliere capolavori di epoche differenti in un itinerario di grande suggestione, dall’antichità al Novecento, dal Medioevo al Rinascimento, dal naturalismo al Simbolismo, fino alla Film art contemporanea.