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Portus Lunae, nuova icona di "fantasie" lontane In evidenza

di Luca Manfredini – La passerella che collega, o dovrebbe collegare, l’area archeologica di Luni al litorale marinellese, risarcendo il taglio del territorio effettuato dall’Autostrada, è chiusa all’accesso.

Un progetto faraonico e futuristico (costo ben superiore ai 17 milioni di euro) che parte da lontano, da un’idea del 2002 avviata poi fattiva nel 2016 con gli obbiettivi dichiarati di sanare quel taglio nel territorio che la Salt aveva creato, facendolo diventare come potenzialità aggiunta valorizzando il tutto, in primis l’area antica di Luni. Un progetto terminato ed inaugurato in pompa magna il 18 maggio scorso che, nella sua breve vita di 2 mesi scarsi, ha già registrato uno stop per manutenzione ed ora una ben più eclatante chiusura per “proprietà privata”.

Non deve stupire più di tanto l’accaduto e la dicitura “proprietà privata”, perché era ben risaputo che la parte a mare della passerella poggiava/sfociava nei terreni privati di Marinella Spa (Gazzetta della Spezia ne aveva parlato QUI), in quegli ettari ed ettari di terreni di una pianura unica in Liguria, una volta prospera ed oggi abbandonata.

Devono invece stupire coloro i quali hanno ideato/progettato/accettato una tal “particolarità”, quella che oggi si “risveglia” apparentemente da tutti inaspettata.

Quella “particolarità” che era però ben ufficializzata nel Contratto firmato tra la “Società Autostrada Ligure Toscana” e la “Società Marinella Spa”, inerente alla vendita di una parte di terreni per l’attuazione del progetto “Portus Lunae”, il cui Articolo 10 così recitava: “Il presente atto non dà luogo ad alcuna servitù di passo sui terreni di proprietà della Marinella limitrofi all’opera in parola, non interessati dai lavori/intervento”.

E se è vero che Salt ha comprato da Marinella Spa la parte di terreno di proprietà necessaria a posare la passerella, è altrettanto vero che la restante area che l’accoglie rimane comunque di proprietà privata, il cui accesso ora è stato chiuso.

Un progetto quello “Portus Lunae” che ha riguardato la realizzazione di una piazzola parcheggio per auto e bus turistici nel lato a mare dell’autostrada, un sottocavalcavia multimediale con percorso audiovisivo sulle origini e la storia di Luni che conduce al “Parco delle pietre”, con accesso alle rampe su un terrazzamento ligure articolata nel lato mare su diverse piane con 117 olivi (al momento mancanti), la passerella pedonale sull’autostrada sorretta da un Faro e percorsi tematici, verde e barriere antirumore.

Ora rimane attivo “solo” il parcheggio autostradale per l’accesso all’area archeologica di Luni, di cui dalla scorsa estate è chiusa la sede centrale (il Museo) in attesa di trasferimento, mentre quella delle altre sezioni espositive è pienamente fruibile.

La parola sul caso “Portus Lunae” è passata ora alla politica ed è diventata immediatamente prevedibile scontro: il Sindaco Ponzanelli attacca denunciando quello che definisce come l’ennesimo “disastro ereditato”, il Sindaco Silvestri (Luni) pensa ad una “class action” ed attacca il primo cittadino sarzanese ricordandole di averle fatto presente da tempo la problematica, ma di non averne trovato il giusto interessamento, ed il Regionale Juri Michelucci chiede conto alla Regione di un mancato intervento per risolvere la problematica.

Nel frattempo Marinella Spa tace e la rete di chiusura posta nel versante a mare della passerella rimane, impedendo l’accesso nei terreni dell’ex Fattoria del Latte di Marinella.

Sicuramente si troverà un accordo, una soluzione in breve per non inficiare quest’opera ormai terminata, così pubblicizzata e costosa quanto difficile da valorizzare davvero.

Rimane però in bocca un sapore amaro, un qualcosa di difficilmente comprensibile per un comune cittadino.

Inauguriamo quindi una nuova “icona”, come dicevamo nel titolo, di un periodo storico inusuale che ha donato alla città ed al suo territorio piccole/grandi particolarità che ancora oggi si ripercuotono nella perplessità dei cittadini.

Basta ricordare i “Palazzi Botta”, tutt’ora chiusi ed incompleti nonostante la loro invadente presenza, o la nuova inaspettata piazza Martiri, con l’alto palazzo a 5 piani in aderenza (ed a sovrastare) allo storico albergo Laurina, senza dimenticare poi lo scheletro della Piscina comunale di S.Caterina, o le problematiche che continuano a inficiare Marinella e le sue spiagge (ultima ma non ultima la chiusura del punto di Pronto Soccorso per il litorale) e la scuola sarzanese per eccellenza, quella “XXI Luglio” chiusa “ancor non si sa bene perché” ma utile a risultare come valore nei bilanci succedutesi sin’ora.

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