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"Giacomazzi e Zampieri hanno fatto uno sbaglio, ma meritano rispetto" In evidenza

Caso doping al Palio 2018: la lettera di Massimo Lombardi e Filippo Vergassola, difensori dei due atleti, dopo le sentenze di squalifica.

"Non è l'errore di una scelta a cambiare la storia di un uomo. Si potrebbero riassumere così le pagine della vicenda che ha visto coinvolti Riccardo Giacomazzi e Daniele Zampieri, i due vogatori della Borgata del Cadimare per i quali ieri è terminato il primo grado del processo sportivo, celebrato davanti alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, a Roma, che ne ha comminato la squalifica sportiva rispettivamente a 6 e 3 anni; la contestazione addebitata risiede nell'utilizzo di una sostanza vietata (una tra circa un migliaio dell'elenco della Nado, nel caso di specie un mero prodotto di farmacia) nelle competizioni sportive.

Non è però il dato giuridico quello più immediatamente denso del significato che si vuole attribuire a queste righe, non solo perchè mai ci permetteremmo di muovere una contestazione nel merito della pronuncia di un organo giudicante fuori dalle sedi opportune, ma anche perchè non è l'elemento che più ci allarma: non appena entreremo in possesso delle motivazioni, adiremo la seconda sezione del medesimo tribunale per il giudizio di secondo grado, convinti, dopo che l'esito del processo ha visto una riduzione della squalifica rispetto alle richieste iniziali, che la ricostruzione dei fatti possa meritare ancora più approfondimento investigativo e dunque rendersi più esaustiva e completa.

Ciò che invece è difficile non ritenere allarmante è il riflesso della vicenda sulla vita di questi ragazzi, soprattutto alla luce di un dato biografico, esistenziale, in altre parole: da un punto di vista umano.

Le competizioni remiere del Palio del Golfo sono il sale di questa città, ne costituiscono l'anima più profonda: sono uno dei più alti simboli di spezzinità, chi vi partecipa incarna questo spirito e lo fa con tutta la passione di cui è capace.

Cosa è, dunque, che ci allarma? Ci allarmano le equiparazioni facili, le analisi superficiali, i giudizi affrettati, le sentenze emesse dal chiacchiericcio alimentato da chi non conosce le vicende e le storie delle persone.

Nel caso di specie, di due persone che alla voga hanno donato anni della propria esistenza, ma che non possiamo permettere in alcun modo vengano rappresentate diversamente da ciò che sono: lavoratori e padri di famiglia, persone che non vivono di sponsor né professionisti strapagati, ma persone "normali" che, nel vivere una passione in maniera intensa, hanno commesso uno sbaglio. Di imprudenza, di negligenza, di irruenza. Mai mossi da slealtà, mai animati da volontà di alterare un esito sportivo.

Questa, che non è un'opinione personale ma ha costituito oggetto di dibattimento processuale, non si pretende tuttavia sia una verità accettata unanimemente.

Non lo abbiamo mai preteso, non abbiamo mai alzato i toni: ma riteniamo tremendamente irrispettoso che il giudizio personale che inevitabilmente si forma nella coscienza di chiunque, sia di chi scrive le notizie sia di chi le legge, possa mettere in dubbio la lealtà e i valori umani di due persone come Riccardo e Daniele, ne possa minare il loro impianto morale, possa gettare ombre sulla loro biografia umana, che nell'esistenza di una persona assume ben più valore di quella sportiva.

Questi tratti personali sono peraltro evidenti nella scelta di mettersi completamente a disposizione della Procura spezzina, al fine di agevolare ogni passo delle indagini, richiedendo interrogatorio a materiale probatorio ancora secretato, cioè ancor prima dell'avviso di chiusura delle indagini preliminari. Già questo dovrebbe fare riflettere.

Nel massimo rispetto per il lavoro di chi informa, nel medesimo rispetto per chi ha tutto il diritto di criticare una condotta, parimenti quel rispetto lo pretendiamo: non per un vezzo di forma, non per un capriccio inconsistente, ma perchè fermamente convinti che l'errore di una scelta non possa cambiare la storia di un uomo.

Con l'incrollabile amore che nutriamo per questa città e chi la anima in tutte le sue componenti, ed anzi proprio mossi da questo amore, tanto ritenevamo di sottolineare".

Avv. Massimo Lombardi
Dott. Filippo Vergassola

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