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Masterplan Palmaria, Toti ai contestatori: "Stiamo limitando le opportunità di qualcuno o allargando le opportunità di tutti?" In evidenza

Al centro del dibattito social, in particolar modo su Facebook sul gruppo "Masterplan Si Palmaria No", oggi è stato presentato a Porto Venere il Masterplan per la valorizzazione dell'isola Palmaria.

Mentre fuori dalla sala imperversa la contestazione dei contrari al Masterplan, rigorosamente in jeans e vestito bianco, all'interno della sala consiliare del comune (gremita di cittadini e curiosi per l'occasione, circa 200) va in scena la presentazione del tanto dibattuto piano di valorizzazione.

Il primo a prendere il microfono di fronte alla sala conisliare gremita è stato l'architetto Andreas Kipar, ricordando il processo iniziato ben 2 anni fa con la firma del protocollo d'intesa: "Il fatto che la Palmaria sia un sito Unesco evidenzia le responsabilità, bisogna valorizzare e proteggere, rifunzionalizzare e recuperare, accogliere e connettere. Non ci sono volumi da aggiungere, ce ne sono tanti da recuperare e scoprire. Gli interventi sono legati alle strutture esistenti, tutto deve fare concerto. Dobbiamo mettere a sistema quello che c'e di buono".

Insomma l'architetto dello studio LAND ha cercato di tranquillizzare gli ascoltatori circa la preoccupazione di possibili nuove costruzioni e l'arrivo della fatidica "colata di cemento", sottolineando l'importanza di riorganizzare l'attività ricettiva presente.

Il tema è di quelli molto sentiti tra il pubblico, che infatti ha cercato più volte durante il dibattito di intervenire con alcune domande (lo spazio per le domande era stato riservato alla fine della presentazione).

Stando a quanto presentato durante l'incontro, nel 2023 si dovrebbe vedere la conclusione della valorizzazione sulla Palmaria.

I presentatori hanno comunque tenuto a ribadire che ci saranno diversi tavoli tecnici ai quali la popolazione potrà partecipare e che un esperto dell'Unesco ha seguito tutto il percorso del Masterplan.

"Non si può stravolgere il paesaggio o fare nuove costruzioni, ovvero non ci saranno colate di cemento - ha ribadito il sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani - questa è la prima volta in Liguria che la partecipazione viene posta prima della pianificazione. Questo processo iniziato nel 2016 ci ha permesso di portare acqua in continuità. Vogliamo dare servizi essenziali a chi vive nell'isola".

A questo punto una parte del pubblico ha iniziato a rumoreggiare contro il sindaco Cozzani sostenendo che quanto affermato non corrisponderebbe a verità.

"Il Masterplan è un masterplan, mantiene e manterrà tutte le sue competenze in futuro la soprintendenza - ha sottolineato Roberto Leone della soprintendenza - Tutto sarà sottoposto a controllo paesaggistico. Anche le stesse previsioni dovranno essere approfondite e sottoposte alla nostra autorizzazione".

Il momento in cui il pubblico si è letteralmente acceso è stato quando ha preso la parola il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: "Vogliamo stravolgere la Palmaria? No, la vogliamo cambiare. Nessuno al mondo mi convincerà mai che un terreno pieno di rovi e sterpi sia meglio di un terreno pieno di ulivi e vigne. Finché governerò io la interpreterò così. La Palmaria è un tesoro non solo di chi ci abita ma di chi la vorrà vedere in futuro in condizioni di sicurezza. Dove c'e un terreno pieno di rovi io credo debba tornare la coltivazione. Stiamo limitando le opportunità di qualcuno o stiamo allargando le opportunità di tutti? Credo che il recupero dell'isola darà opportunità di occupazione e ricchezza al territorio. Vogliamo trasformarlo in qualcosa di fruibile per tante persone".

Parte del pubblico, quella che vocalmente si è fatta sentire di più, non è rimasta soddisfatta dei chiarimenti dei relatori, puntando il dito sulle temute e presunte "colate di cemento" che potrebbero rovinare la naturalezza di un luogo come la Palmaria.

Tra i vari punti elencati nei volantini distribuiti dai "contrari" al piano di valorizzazione, che non vedono nel Masterplan uno strumento urbanistico che tutela efficacemente l'ambiente e la sua trasformazione, c'è quello legato alla vendita dei beni demaniali del comune legata al protocollo d'intesa. "Il protocollo obbliga il Comune di Porto Venere - si legge - a far cassa vendendo le proprietà demaniali per ristrutturare gli stabilimenti balneari della Marina Militare, che continueranno a rimanere nell'esclusiva disponibilità di quest'ultima".

Sono state anche consegnate le 13.618 firme di "La Palmaria non si tocca", raccolte contro il Masterplan, al presidente Giovanni Toti ma poco fa è comparsa una foto su Facebook che ritrae il pacco con le firme abbandonato su un termosifone della sala consiliare.

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