"Assistiamo ormai da mesi,se non anni,allo stoccaggio di pile di container sulle banchine portuali al limite della sopportabilità per il muro che si viene a creare davanti alle residenze dei cittadini del levante cittadino causando in questo modo un impatto ambientale notevole".
"Da tempo ci si chiede che fine abbiano fatto le normative fondanti di un porto troppo vicino alla città,unico in Italia,e quale sia la funzione del retro porto di Santo Stefano dove i container vuoti dovrebbero essere trasportati dopo lo scarico dalle navi".
"Pare proprio che il porto spezzino non riesca ad essere rispettoso della salute e della qualità della vita ovvero della convivenza PORTO-CITTA’ e faccia di tutto per far violenza alla vita dei 12.000 cittadini che vivono nei quartieri ad esso adiacenti".
"E questo senza farsi il minimo scrupolo e dando come motivazione un aumento dell’occupazione,cosa non avvenuta certo negli ultimi anni,e cercando di far credere a chi ignora che servono altre banchine portuali,altri dragaggi per portare il fondale a oltre 15 metri per far passare delle mega portacontainer giganti,di ultima generazione e più inquinanti che mai".
"Cosa inconcepibile per un golfo piccolo come il nostro,già inserito nel SIN prima e nel SIR di Pitelli dopo per cui rischiamo solo vengano procurati grossi dannI ambientali e questo senza che possano aumentare i lavoratori dello stesso, cosa che non si è verificata sino ad oggi e non avverrà certo in futuro".
"Cerchiamo di ricordare che su una popolazione di 221.000 abitanti attivi al lavoro distribuiti in molteplici attività quelli che prestano la loro mano d’opera,diretta o indiretta,al porto sono soltanto 1.200 addetti per 8 ore al giorno, ovvero l’1,5% del totale dei lavoratori utilizzando 2.000.000 di mq. di territorio fra COSTA,MARE e RETROPORTO".
PER IL COORDINAMENTO DEI QUARTIERI DEL LEVANTE
RITA CASAGRANDE
PER LA V.A.S-ONLUS
FRANCO ARBASETTI