“Non concordiamo e prendiamo le distanze con la linea intrapresa dal consiglio di amministrazione in auge, le cui dimissioni, in linea teorica automatiche dopo le discussioni ed i malumori, dovevano essere pervenute già sin dal primo di aprile – spiegano alcuni volontari - Invece si è andati avanti in un mese e mezzo di gestione nel quale si è continuato a gestire in maniera totalitaria, non espletando poi la manutenzione necessaria per assicurare i servizi (né la ordinaria né la straordinaria) e non assicurando i corsi di aggiornamento che sono venuti meno. Inoltre cercando di far uscire la pubblica assistenza da Anpas (Associazione Nazionale pubbliche assistenze) che da sempre ci rappresenta, per passare nelle “Misericordie” (Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia) a forte vocazione cattolica e, attraverso questa Confederazione (15 in totale in Liguria contro le 104 rappresentate da Anpas), andare ad associarsi con le misericordie per poter essere meglio rappresentati”.
Le accuse riportate da un gruppo di volontari sembrano essere confermate da un comunicato della Pubblica Assistenza Croce Bianca delle Grazie che smentiva: “categoricamente quanto affermato pubblicamente e in sede di propria assemblea sociale dal presidente della Pubblica Assistenza di Lerici riguardo il coinvolgimento della stessa associazione graziotta in un progetto per la costituzione di un nuovo consorzio o di qualunque altra nuova struttura tra realtà associative operanti nel settore del soccorso e del trasporto sanitario” – Qui potete leggere il Comunicato pubblicato su Gazzetta della Spezia, dove precisavano anche – “inoltre la scrivente associazione smentisce altresì la partecipazione o l'adesione ad un progetto per la fuoriuscita della stessa nostra realtà associativa dall'Associazione nazionale delle pubbliche assistenze (Anpas). Detta ipotesi non è mai stata oggetto di proposta o discussione in seno alla Pubblica Assistenza Croce Bianca delle Grazie”.
Il gruppo prosegue spiegando “Sulla base della nuova legge del terzo settore, spesso invocata dal Presidente Battistelli, al fine di garantirsi l’accesso a futuri ed ipotetici bandi di assegnazione di trasporti sanitari, di cui ancora non si hanno certezze, occorrerebbe raccogliere almeno 400 associazioni in cinque regioni. Dunque Cipas, per fare fronte a questa eventualità, ha dovuto necessariamente inserirsi in un contesto più ampio, quello delle misericordie, mentre Anpas, che conta molte più associate, non avrebbe questi problemi”. In merito al bilancio, negativo di € 22.000 nel 2017 e in attivo di € 1.980 a dicembre 2018, va considerato che l'utile di esercizio è stato di € 75.000 grazie alla cospicua donazione di un privato per l’acquisto di un'ambulanza, se non ci fosse stata questa donazione “una tantum” sicuramente sarebbe stato un bilancio in negativo.
Precisano poi che nessuna sfiducia ufficiale è stata votata nei confronti del Presidente, in quanto non è stata fatta alcuna mozione a riguardo, ma solo non è stata approvata la relazione morale programmatica.
Per quel che riguarda il discorso della mancata presentazione di una lista alternativa a quella di Battistelli l'anno scorso tutto è dipeso dal fatto che, in seguito alla sua gestione, chiunque fosse eventualmente salito a gestire la Pubblica Assistenza avrebbe dovuto vendere i mezzi da lui acquistati e licenziare le persone da lui assunte e questo è dimostrato nei fatti, tant’è che questo consiglio ha dovuto necessariamente vendere un mezzo (il Land Rover della protezione civile per € 15.000), inoltre i contratti delle persone, in scadenza a novembre di quest'anno, pare non saranno rinnovati, prova ne è il bilancio preventivo in cui si legge che i costi per la gestione del personale dipendente sono passati da € 248.000 a € 240.000.
Il proseguo della denuncia sarà approfondito domani nell’assemblea soci.