“Furono uccisi in migliaia, soprattutto uomini e donne inermi che non avevano mai vestito una divisa. Nella stragrande maggioranza dei casi avevano il solo torto di essere italiani” esordisce così Andrea Manco, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo” in sala Dante alla presenza delle istituzioni e di alcune scolaresche.
Istituita con la legge del 30 marzo 2004, questa giornata rappresenta la celebrazione di una pagina oscura della storia, nascosta nel silenzio per molto tempo. “I nostri esuli furono chiamati fascisti - prosegue Andrea Manco - solo perché fuggivano da un regime comunista. Residue sacche d’ignoranza giustificano il loro olocausto come una giusta punizione, nella realtà i nostri nonni e genitori erano stati antifascisti o fascisti esattamente come tutti gli altri italiani. Gli esuli non hanno mai dimenticato le pietre, le porte di casa, il dialetto, le loro canzoni ed il loro mare ma non hanno mai coltivato rancore. Sono stati prima odiati poi dimenticati, quando invece avevano una grande lezione per tutti: si può ricominciare in silenzio, senza dimenticare e senza diventare vittime di professione e senza mendicare aiuto. A tutti voi, che siete il futuro della nostra nazione rivolgo un invito, perché possiate fare tesoro di questa memoria affinché si proietti nel futuro. Il ricordo di tutte quelle esperienze negative del passato ci deve guidare nella costruzione di un mondo più giusto”.
“Una vicenda che si inserisce tra le pagine più tremende e dolorose della storia - Ha dichiarato il presidente del consiglio comunale Giulio Guerri - Migliaia di nostri connazionali furono rapiti, seviziati e barbaramente uccisi. Oggi gli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia e i loro familiari non sono soli”.
“Il genocidio dei giuliano dalmati è una tragedia che per troppo tempo l’Italia ha considerato una nota a piè pagina della storia - ha detto il sindaco Pierluigi Peracchini - Una tragedia causata dalla volontà di epurare su base etnica e nazionalista i giuliano dalmati e non solo. In Istria sono state registrate 1700 foibe, migliaia di italiani furono così uccisi, anche l’esodo a cui furono costretti è una ferita mai sanata. Mentre il resto d’Italia festeggiava il 25 aprile, quegli italiani furono costretti ad abbandonare la loro terra".
Sono stati letti, inoltre, i lavori delle studentesse del Liceo Classico "Lorenzo Costa" premiate a Genova all'Archivio di Stato nell'ambito del 18° Concorso regionale (Marta Gambarotta, 4^C, prima classificata, Serena Raja, 3^C, Irene Maddaleni, 4^C, e Camilla Rampi, 3^C), preparate dal professor Paolo Galantini, mentre i presenti sono stati allietati dalle musiche eseguite dai ragazzi del Liceo Musicale Cardarelli.
In allegato il discorso integrale pronunciato dal sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini.