Adolfo Aharon Croccolo se ne è andato, lasciando un grande vuoto. E’ stato un testimone emblematico della storia spezzina del secolo scorso, contrassegnata da una spinta possente alla libertà e alla solidarietà.
Lo conobbi per la prima volta nel 1996, quando ero assessore. A cinquant’anni dalla partenza dalla nostra città verso Israele degli ebrei in fuga dai campi di sterminio, organizzammo una toccante cerimonia al Canaletto e posammo una targa sul molo Pirelli, a Fossamastra. C’è scritto: “Comune della Spezia. Dal mare alla luce della Torah. 8 maggio 1946, da questo molo 1014 ebrei sopravvissuti alla Shoà con la forte solidarietà della città della Spezia Porta di Sion sulle navi Fede e Fenice tornarono alla terra dei padri. Posta l’8 maggio 1996”. Ho pensato intensamente a lui il 27 gennaio, Giornata della Memoria. Dalla Palestina sono andato in Israele, a visitare ancora una volta lo Yad Vashem, il museo dedicato ai sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti. Lì c’è l’immagine della nave che porta gli ebrei in Israele, e c’è il nome “La Spezia” scolpito nella roccia dove sono incisi i nomi di tutte le città martiri.
Da allora, insieme a Marco Ferrari, Croccolo è stato il mio principale collaboratore nell’opera di riscoperta di questa bellissima pagina della nostra storia. Lui ne era stato protagonista: sapeva la lingua ebraica, si improvvisò interprete e conobbe i principali esponenti che organizzarono l’esodo. Fu prezioso nell’aiutarci a ricostruire la vicenda: senza di lui difficilmente ce l’avremmo fatta a ottenere, il 25 aprile 2006, la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Ricordo la sua commozione quando, quel giorno, ricevetti la Medaglia dalle mani del Presidente Carlo Azeglio Ciampi. E poi quando andammo al molo Pirelli l’8 maggio 2006, sessant’anni dopo, con gli ebrei superstiti di quel viaggio e i tanti spezzini che li avevano aiutati o avevano costruito le navi. Gettammo in mare petali di fiori colorati e ci dicemmo: “Speriamo che raggiungano le coste di Israele e Palestina e siano, ad Haifa come a Gaza, un segno di pace”.
Croccolo fu un uomo giusto e generoso. La sua vita è un monito a restare umani, a non arrenderci ai tanti sintomi del crepuscolo della nostra grande storia, a cui ci conduce una società sempre più “murata”, indifferente e senz’anima. A questo crepuscolo si può reagire innanzitutto con la responsabilità individuale e la lotta per il bene, qualità che Croccolo ha sempre praticato.
Giorgio Pagano
già Sindaco della Spezia