Il perché ci si butti in mare d'inverno non è chiaro: l'acqua è gelida, anche soltanto il mettersi in costume è già un problema. Poi però ci si ritrova tutti assieme e l'evento diventa una festa.
A San Terenzo il mattino della Befana ci si tuffa in mare: quest'anno è il sesto anno del Cimento Catodico, manifestazione che continua e mietere record.
Oggi registrati più di 160 partecipanti: 43 donne, 119 uomini e molti ritardatari che si sono poi tuffati senza iscriversi.
Il più giovane era Tito (3 anni). La provenienza da tutta la provincia: oltre che dalle classiche zone sul mare quali San Terenzo e Lerici c'erano partecipanti dal vario hinterland spezzino, anche dalla zone interne non associate di solito all'idea del mare: Ceparana, Brugnato, Pitelli, Sarzana, Vezzano.
Ogni anno vengono poi a tuffarsi al Cimento Catodico gli organizzatori del cimento di Levanto, reduci dal loro di Capodanno e San Terenzo li accoglie con ovvio piacere.
Poi persone da ogni parte d'Italia, che bello leggere nell'elenco dei partecipanti cognomi di tutte le regioni: cimentisti da Genova, Lucca, Brescia, Empoli, Cuneo, Prato, Marina di Carrara e di Massa, Pontremoli, Salerno, Firenze.
Il Cimento Catodico è organizzato dai giovani del Trittico Natatorio Santerenzino, fondato dall'ormai mitico Luigi Questa: Norbert Frroku, Marco Pini, Letizia Marcenaro.
La legna per il fuoco, necessario a chi esce dal mare freddo (provare per credere) è fornita dalla famiglia Frroku.
Fondamentali le barche di salvataggio, capitanate da Roberto Giansanti e Gianluca Copelletti: dato che vari nuotatori arrivano alla dighetta, dove molti non arrivano a spingersi neppure d'estate, è bene non rischiare: loro vegliano che il tutto vada a buon fine.
Il proverbio dialettale che recita: "Poi l'ariva l'Epifania, che tutte i feste la si gi porta via" forse è alla base del successo del Cimento Catodico: un saluto alle feste purtroppo finite, un abbraccio collettivo per aggredire i problemi che il 2019 porterà.