«Il Vangelo odierno ci dice “gioite, perché Dio vi vuole bene”. E’ la gioia di chi sente di essere amato. Essa non può essere acquistata, ma va ricevuta. Per Sofonia, nella prima lettura, la gioia è un annuncio di speranza, di liberazione dalla condanna per Israele. Per San Paolo, nella seconda lettura, la gioia è un impegno di vita, va condivisa con tutti».
«Nel Vangelo, i discepoli chiedono esplicitamente a Giovanni il Battista “che cosa dobbiamo fare?”. In preghiera, noi spesso diciamo a Dio di che cosa abbiamo bisogno, talvolta Lo ringraziamo, ma chiediamo che cosa dobbiamo fare? Quella gente era in attesa del Messia. Forse noi non riusciamo a fare quella domanda perché non siamo in attesa. Ma non dobbiamo addormentarci. Altrimenti, il Signore bussa e noi non lo sentiamo. Belle le risposte del Battista, diversificate a seconda degli interlocutori. A tutti chiede di vivere la carità, condividendo i beni, fuggendo la tentazione dell’egoismo. Ai pubblicani, esattori delle tasse, chiede di non esigere più di quanto è fissato, perchè c’è sempre la tentazione dell’interesse. Ai soldati, di non estorcere, cadendo nella tentazione della forza. Per accogliere e ricevere il Signore che viene, Giovanni ci chiede di fare il bene che dobbiamo fare».
«Grazie a tutti, a chi partecipa, a chi collabora», ha concluso il vescovo salutando le numerose iniziative di carità diocesane e ringraziando i numerosi volontari ed autorità presenti. «Bisogna essere in attesa di accogliere il Signore, e, accogliendo, donare. Chiediamo al Signore di perseverare e di crescere in questa dimensione fondamentale della fede».
La Messa è stata lietamente accompagnata dalla corale del gruppo scout MT513 e dal coro Amici di San Francesco, di Levanto.
(Testo: Francesco Bellotti)