Mentre i politici promettono soldi e lavoro per tutti per i 149 lavoratori dei Cantieri scuola lavoro si affaccia il quinto Natale fatto di disperazione ed emarginazione sociale dimenticati da tutte le Istituzioni e sindacati. Questi lavoratori licenziati dalla Regione Liguria nel 2013, erano impegnati nei cantieri scuola lavoro della Provincia della Spezia iniziati nella primavera del 2012 dopo i fatti alluvionali. La messa in libertà di queste maestranze era avvenuta solo ed esclusivamente a causa della mancanza di fondi da parte della Regione Liguria dell’allora giunta Burlando. Le cose non stanno andando bene nemmeno con la giunta di centro destra di Toti al quale sono state indirizzate diverse missive che non hanno mai avuto risposta, la stessa cosa per quelle invitate all’assessore regionale Spezzino Giampedrone e Berrino . Senza risposta sono rimaste le interrogazioni parlamentari che furono a suo tempo presentate nonchè le richieste al presidente del Consiglio Conte e al ministro del lavoro il pentastellato Di Maio. Il Coordinatore Gian Carlo Bailo, torna all’attacco richiedendo il rifinanziamento del progetto dal gennaio 2019 al presidente della Regione Giovanni Toti. “Ci domandiamo- scrive Bailo- come mai la Regione abbia abbandonato questi cantieri che avevano interessato i comuni della provincia spezzina sui quali si era abbattuta l’alluvione del 25 ottobre 2011 e successive emergenze ed hanno riguardato in massima parte lavori di manutenzione e di prevenzione del territorio della Provincia della Spezia sotto il profilo della difesa idrogeologica. Per l’avviamento ed il mantenimento al lavoro delle 149 unità sono stati spesi più di 2 milioni di euro di fondi regionali. La situazione delle famiglie di questi Lavoratori è drammatica come si evince dalla nostra pagina facebook https://www.facebook.com/cantieriscuola.laspezia”.
“Chiediamo alla Regione Liguria”, precisa Bailo, “il rifinanziamento di un nuovo progetto per il reinserimento lavorativo, anche attraverso il programma del reddito di cittadinanza , con la predisposizione di un vero piano di inserimento professionale, almeno triennale, che possa dare uno sbocco lavorativo stabile a noi Lavoratori anche attraverso una struttura di tipo consortile tra i Comuni dell’intera Provincia, che tra l’altro soffrono di mancanza di personale visto il decennale stop del turn over. Noi chiediamo di lavorare, non è da paese civile e democratico che dei cittadini Italiani debbano passare un Natale cosi amaro emarginati da tutte le Istituzioni che in base alla Costituzione sarebbero invece proposte a risolvere questa drammatica situazione sociale che è già sfociata in diverse tragedie personali e di salute".