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Sarzana, bonifica in corso a Villa Ollandini (foto) In evidenza

di Luca Manfredini – Subito dopo l’intervento dei Carabinieri dei giorni scorsi è stato avviato lo sgombero e la disinfestazione.

 “Porte aperte nella Villa dimenticata”: facile notare gli ampi cancelli del Parco che danno sulla rotatoria di viale Mazzini ora aperti per consentire l’accesso ai mezzi della Società che ha avviato i lavori di bonifica.

Un numeroso gruppo di operai della Società “IREOS Spa Genova”, che tra i tanti servizi a disposizione fornisce anche quello di recupero e smaltimento rifiuti pericolosi e/o inquinanti, è presente sul luogo sin da ieri. IREOS opera nel settore ambientale dal 1979 ed è in grado di eseguire tutte le attività di natura ambientale connesse alla bonifica di siti ed impianti, nonché allo smaltimento di rifiuti classificati non pericolosi e/o pericolosi.

L’incarico viene da Cassa Depositi e Prestiti ed il lavoro andrà terminato (così ha spiegato il capo cantiere a Gazzetta della Spezia) entro il 21 dicembre.

Un lavoro certo impegnativo visto lo stato di degrado raggiunto dai due immobili che gioveranno della bonifica (l’edificio principale e l’ex limonaia), spazzatura di tutti i generi (sacchetti di rifiuti, vestiti, coperte, batterie d’auto, lattine alimentari, birre etc...) compresi quelli più deprecabili: bottiglie d’acqua piene di urina e escrementi.

Gli operai al lavoro sono ben attrezzati e, coperti con tute di carta e maschere, proseguono il difficile lavoro aiutandosi anche con compressore e spingarda per spargere disinfettante nelle stanze prima occupate.

E’ di pochi giorni fa l’ennesimo blitz dei Carabinieri della Compagnia di Sarzana, che ha fruttato ai 5 extracomunitari nord africani lì accampati l’ennesima identificazione e denuncia per violazione delle norme sull’ingresso nel territorio nazionale, oltre alla constatazione che sui 5 pendessero già pratiche di espulsione.

Ma il problema persiste ancora e anche questa mattina gli operai hanno visto dentro il parco altri tre magrebini che si avviavano verso la città, dopo avere passato la notte in uno degli immobili presenti nel parco di Villa Ollandini.

Pochi mesi fa inoltre (il 3 maggio 2018) era andato a fuoco uno dei locali situati all’ultimo piano del fabbricato, pochi danni fortunatamente e nessun ferito visto l’abbandono immediato dei “residenti abusivi” che, presumibilmente, lo avevano creato con una cucina da campo.

La Società presente ora sul campo non si limiterà solo alla pulizia ma anche all’ennesima chiusura dei varchi aperti negli edifici, comprese le pareti di cristallo che prima valorizzavano l’ex limonaia ora distrutti dovunque.

Saldatrici, smerigli e grosse grate da installare che ovvieranno, almeno per un poco, il ripetersi del degrado trovato. Ma l’intervento riguarda solo le due strutture (ex limonaia e la Villa) e non gli altri edifici, al momento quindi si registra solo un apparente cambio di locazione abusiva e i senza tetto sembrano avere trovato collocazione nei due immobili posti sopra il “laghetto” del parco.

“C'era una volta Villa Ollandini” quindi, prestigiosa residenza del XIX secolo immersa nel verde e divenuta negli ultimi quindici anni un deposito di cartoni, materassi e siringhe, nonché albergo per tossicodipendenti e senzatetto. Senza dimenticare però anche il “degrado temporale” cui è soggetto principalmente l’edificio principale, la famosa Villa, sempre più stanca e abbandonata, con i solai distrutti da tempo, e il tetto chiaramente pericolante.

Speriamo che un qualche progetto si avvii in tempo prima di vederla miseramente collassare.

Il “progetto Cavarra” prevedeva un accordo con CDP (che aveva comprato l’area nel 2008) con una variante del PRG vigente inserita nel “PUO” (Progetto Urbanistico Operativo): la cessione alla città del giardino storico per una superficie indicativa di 15.000 mq e di due fabbricati (l'ex casa del custode e l'ex Limonaia, complessivamente di 600 mq circa), che il comune intendeva destinare a biblioteca civica (con sala letture e conferenze) e info-point e ristoro a servizio del parco pubblico. In cambio di questa cessione la villa centrale veniva restaurata e destinata ad uso privato (e recintato) e sul retro sarebbero stati costruiti 57 posti auto destinati alle nuove abitazioni condominiali.

Il “PUO” prevedeva inoltre il ripristino dell'azienda agricola a lato con la doppia finalità di individuare un sistema per auto-sostenere una porzione di area (circa 2,3 ettari) e di incentivare la crescita sul nostro territorio di attività produttive, nel campo della produzione agricola.

Ma il tempo è passato, l’Amministrazione è cambiata e ora si aspettano decisioni sul futuro della Villa, definita nei giorni scorsi dal Sindaco Ponzanelli come risorsa preziosa per la città, confermando poi di non trovare soddisfacente il progetto cavarriano e di avere avviato una strada migliorativa già a buon punto.

Ricordiamo qui le dichiarazioni fatte in campagna elettorale sulla problematica dall’ex Sindaco, Alessio Cavarra, e dall’allora candidata Ponzanelli:

”Abbiamo portato a termine un’importante trattativa con lo Stato (CDP) e salvato un’area dal degrado indecoroso cui era piombata – dichiarava Cavarra – un’operazione che regala ai cittadini un bene pubblico di oltre due milioni di euro, un traguardo importante che vede ora Regione, sovrintendenza e Consiglio comunale favorevoli, mentre Voi – rivolto ai contrari sul progetto – volete cambiare questa destinazione che già c’è. Ricordo poi che la che la Villa è nata come residenza privata e ora tornerà ad esserlo, ma Sarzana acquisirà uno spazio perso”.

Gli rispondeva così in conferenza pubblica la Ponzanelli: “Villa Ollandini è un esempio emblematico del nostro territorio, costellato di beni pubblici colpevolmente abbandonati. Tanti esempi uniti in un’unica coincidenza: se ne parla solo in concomitanza con le elezioni e si dimentica il giorno dopo – dichiarava – il mio è un no netto al “condominio Ollandini” con giardino privato per i condomini e con oneri di manutenzione pesanti sui cittadini – concludeva – chiunque diventi Sindaco dovrà valorizzarne la piena destinazione pubblica ed il rispetto dell’ambiente”.

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