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Porto della Spezia: sequestrate oltre 12 tonnellate di tabacco trinciato In evidenza

La scoperta dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) e del Gruppo della Guardia di Finanza coordinati dalla Procura della Repubblica della Spezia

Nel corso della loro quotidiana attività di controllo dei flussi merceologici in esportazione dal territorio nazionale, il 13 settembre 2018 i funzionari dell’Ufficio Antifrode della Dogana della Spezia hanno concentrato la loro attenzione su una spedizione con destinazione finale Israele, avente ad oggetto n. 340 aspirapolveri industriali, effettuata da una persona di origini egiziane titolare di una ditta individuale attiva in Carrara.
Incuriositi dalla particolarità del carico e, soprattutto, dalla destinazione finale, i funzionari doganali hanno sottoposto il container utilizzato per il trasporto ad una prima verifica X-Ray mediante l’impiego dell’apparecchiatura radiogena in uso all’Agenzia Dogane Monopoli installata all’interno dell’area di sedime doganale e, in considerazione del fatto che l’esito di tale scansione mostrava chiaramente la presenza di un carico non dichiarato maliziosamente riposto nella parte posteriore del container, hanno proceduto alla verifica ispettiva integrale dello stesso rinvenendo al suo interno solo n. 50 colli di aspirapolveri industriali disposti quale “muro” in prossimità della porta di apertura del container e dietro i quali erano state collocate n. 61 casse da kg. 200,00 cadauna contenenti foglie di tabacco essiccate e sminuzzate: si tratta di un prodotto già tal quale impiegabile per essere impiegato nei prodotti da fumo e, come tale, è qualificato a fini accise come “tabacco trinciato” ai sensi dell’art. 39 del TUA. La presenza di tali casse di tabacco lavorato non era indicata né sulla documentazione commerciale né sulla bolletta di esportazione presentata presso l’Ufficio delle Dogane della Spezia: si trattava, quindi, di una spedizione in toto illecita.

I successivi sviluppi investigativi, condotti nell’immediatezza da parte dei funzionari doganali e dei quali è stato dato immediato avviso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, hanno consentito di accertare che il tabacco trinciato di cui si tratta è stato prodotto in Polonia da parte di una società operante in tale specifico settore e fornitrice dei maggiori produttori mondiali di tabacchi lavorati e che è stato successivamente inviato in Italia – verosimilmente non da tale società produttrice – in spregio di ogni disposizione in materia di movimentazione di TL. In particolare, per la spedizione non solo non è stato rilasciato il prescritto formulario eAD ma, inoltre, il destinatario italiano – ossia, nella sostanza, la persona che ne ha tentato l’esportazione illecita verso l’estero – non è titolare di alcun provvedimento autorizzativo in materia di accise e quindi non poteva legalmente ricevere alcuna spedizione di TL.

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Una campionatura di tabacco è stata altresì inviata in analisi presso il Laboratorio Chimico delle Dogane di Roma il quale ha accertato trattarsi di tabacco “flue cured del tipo Virginia”, ossia proprio la particolare tipologia utilizzata per la fabbricazione di sigarette ed altri prodotti da fumo.
Il 2 ottobre 2018, i funzionai doganali, in collaborazione con i colleghi della Guardia di finanza della Spezia, hanno proceduto al sequestro del tabacco di contrabbando presente all’interno del container – per il peso complessivo di kg. 12.200,00 e del valore al dettaglio di € 3.452.600,00 e per un carico fiscale evaso di € 3.131.092,00 – e di parte del carico di copertura, lasciando all’interno dell’originario container i n. 50 colli di aspirapolvere originariamente dichiarati e rilasciando la spedizione per la prosecuzione verso Israele, al fine di minimizzare il rischio che lo speditore potesse “mangiare la foglia” e venire a conoscenza del sequestro.
Il 9 ottobre 2018, in esecuzione di uno specifico decreto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, è scattato il blitz dei funzionari doganali ed i militari della Guardia di finanza della Spezia i quali hanno operato una serie di perquisizioni a carico del soggetto speditore del tabacco, di una società di lavorazione di marmi (non coinvolta nel reato) di Carrara - presso i cui spazi è stato caricato il container successivamente ispezionato nei spazi portuali spezzini - nonché della casa di spedizione di Marina di Carrara (anch’essa non coinvolta nel reato) che ha materialmente curato le operazioni doganali attinenti l’esportazione del carico “dichiarato” all’interno del container.

Nel corso di tale attività sono stati sequestrati compendi documentali ritenuti, dagli investigatori, di notevole interesse oltre ai computer ed ai telefoni cellulari in uso al prevenuto. Dal solo esame della documentazione “cartacea” rinvenuta appare comunque già evidente la perfetta conoscenza, da parte di questi, del fatto che all’interno del container erano state introdotte le n. 61 casse di tabacco e che, anzi, è stato lui stesso ad aver curato le relative operazioni di stivaggio.
A suo carico gravano le accusa di induzione in falso in atto pubblico (artt. 48 e 479 c.p.), e contrabbando di tabacchi lavorati (artt. 291-bis e 291-ter TULD) per le quali è prevista una pena detentiva fino a 7 anni di reclusione ed una multa di € 305.000.000,00 (trecentocinque milioni, pari ad € 25,00 per ogni grammo di tabacco in contrabbando).

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