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Dragaggio, Mitilicoltori indignati e pronti a costituirsi parte civile In evidenza

"Arpal non è un soggetto attendibile".

 

All’esito della chiusura delle indagini preliminari del celebre procedimento inerente il dragaggio del Golfo della Spezia, i Mitilicoltori Spezzini, che con la loro tempestiva denunzia avevano dato impulso all’inchiesta, al momento non sono stati riconosciuti quale parte offesa dal danno ambientale registratosi, e si dichiarano insoddisfatti di tale parziale epilogo.
La Cooperativa Mitilicoltori Associati ritiene che tale inaspettata circostanza deriverebbe, presumibilmente, dalle conclusioni della relazione Arpal depositata in Procura, dalla quale non si evincerebbe, con univoca certezza, il nesso tra i fanghi derivanti dal malfatto dragaggio e la devastante e concomitante moria di mitili del febbraio 2015, che ha di fatto paralizzato la categoria.

"Tutti i dati raccolti da Asl, Capitaneria di Porto ed Arpal stessa - dichiarano i Mitilicoltori - anche nella menzionata relazione, portano a conclusioni del tutto differenti e tali da assicurare un granitico nesso di causalità tra i fanghi dispersi dall’infausto dragaggio e la moria di oltre il 60% dei frutti di mare in coltivazione. Ci si chiede soprattutto come Arpal possa essere considerato un soggetto attendibile sul punto".

"La stessa Agenzia, come da convenzione onerosa stipulata con l'Autorità Portuale - ricordano i Mitilicoltori - aveva il compito di monitorare le operazione di dragaggio e la corretta esecuzione delle operazioni di scavo, e ciò proprio al fine di evitare i danni ambientali poi verificatisi e di cui non può che essere verosimilmente corresponsabile, o quantomeno dichiarata incompatibile a relazionare la Procura. Per tali motivi, appare quantomeno remoto che l’Arpal possa ammettere la sussistenza di un nesso tra il dragaggio (che avrebbe dovuto monitorare) e la moria di mitili (che si sarebbe potuta e dovuta evitare). Del resto, non dimentichiamo che la stessa Agenzia è più volte intervenuta sul punto, spingendosi addirittura ad attribuire l’origine dei fanghi a navi ad alto pescaggio, a sommergibili o addirittura a passaggi di subacquei. Peccato però che la stessa Arpal in data 12.02.2015 accertava che: “si fa presente che dal 02.02.2015 l’attività di escavo non avviene più entro un campo panne fisso ma entro un campo panne mobili...tale nuova modalità operativa si è rivelata essere molto meno efficace rispetto alla precedente che garantiva una netta separazione tra l’area di escavo e l’ambiente esterno”.

Proseguono i Mitilicoltori: "Ancora, in data 20.2.2015, la medesima Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure (ARPAL), verbalizzava che “inizialmente l’area è stata conterminata tramite un campo panne fisso munito di gonne ancorate al fondale di forma rettangolare...i valori di torbidità misurati a breve distanza dal campo panne non hanno evidenziato anomalie/criticità, ad indicare una efficace conterminazione dell’area di lavoro operata dal capo panne fisso”. Per poi proseguire: “A partire dal 02.02.2015 (a seguito di spostamento dell’area di dragaggio) da un punto di vista operativo la Direzione Lavori ha comunicato l’intenzione di proseguire l’attività realizzando di volta in volta campi panne removibili...Al fine di conterminare l’area di escavo sono stati realizzati campi panne mobili, muniti di gonne, di forma triangolare con un lato del campo ancorato alla draga (poppa – prua) ed il vertice del triangolo unito ad una imbarcazione dedicata...Inoltre dalla data sopra riportata l’attività di dragaggio è stata effettuata con la disponibilità di una draga in più in aggiunta alle due già utilizzate, potendo così aumentare la quantità di materiale dragato giornalmente”. A partire dall’avvio di tale nuova modalità operativa, dunque, ARPAL ha intensificato le verifiche ispettive, relazionando nei critici termini di cui in appresso: “il nuovo sistema di conterminazione si è dimostrato molto meno efficace del precedente in quanto, in alcune rilevazioni, soprattutto dietro la draga e, per gli ultimi 5/6 metri di profondità, sono stati riscontrati valori di torbidità molto elevati, mai evidenziati nei precedenti dragaggi. Nel corso dei sopralluoghi si è verificato che, soprattutto in presenza di forte vento, risultava problematico mantenere il campo panne nella sua perfetta morfologia. Tale problematica determina un innalzamento delle gonne (che avrebbero dovuto essere ancorate al fondale, ndr) talvolta anche fino alla superfice, ed una disgiunzione/rottura delle giunture delle gonne adiacenti”.

I mitilicoltori concludono sottolineando un aspetto: "cessato il dragaggio sono cessati immediatamente i fanghi, mentre, nel frattempo, le navi continuano ad entrare in porto senza recare macroscopici danni quali quelli “da dragaggio”; un dragaggio che per stessa ammissione dell’Agenzia che doveva supervisionare, è stato concretizzato in pieno disprezzo delle prescrizioni operative imposte".

I Mitilicoltori "credono fermamente nella Giustizia, nonostante i suoi lunghi tempi, e per tale motivo non si daranno per vinti. Sono muniti di ben 2 super perizie, pretendono Giustizia, e sono pronti a battagliare su tutti i fronti, costituendosi parte civile nel procedimento penale al fine di tutelare la posizione di soggetti danneggiati dai reati commessi".

 

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