«Questa sera, Gesù ci ha accomopagnato per un tratto di strada, come fece ad Emmaus con i due discepoli – ha detto il vescovo nella breve riflessione finale -. Dopo che un sacerdote, nella potenza dello Spirito Santo, pronuncia le parole e compie il gesto della consacrazione, abbiamo la presenza reale di Cristo. Il sacrificio di Cristo non viene ripetuto, ma reso nuovamente presente sull'altare. Questo fatto porta misericordia, ma chiede un cammino di conversione».
«E’ il nuovo regno che viene in mezzo a noi – ha proseguito mons. Palletti - Giustamente, davanti a quella presenza compiamo il gesto dell' adorazione, davanti a Gesù, figlio di Dio padre, Egli stesso Dio. Ma Gesù è anche uomo, e in virtù di quell' umanità c’è anche l’intercessione. Il santo curato d’Ars lo diceva con parole concrete. Non solo noi guardiamo Lui, ma anche Lui guarda noi. L’Eucarestia è quindi mistero di salvezza e fonte di vita, che siamo chiamati a ricevere quotidianamente, e a testimoniare».
«L’Eucaristia è un mistero che non va contro la nostra ragione, ma oltre – ha concluso il vescovo -. La fede potenzia l'intelletto, permettendogli di vedere ciò che altrimenti non potrebbe. Dopo aver fatto un tratto di strada insieme a Gesù, i due discepoli non si fermarono a Emmaus. L’eucarestia sia la radice della nostra missione. Non possiamo tenere Gesù per noi, ma dobbiamo condividerlo con i fratelli».
(Testo e foto: Francesco Bellotti)