"Rapida, efficace e significativa": così il questore della Spezia Francesco Di Ruberto ha commentato l'operazione della Polizia di Stato che in tempi brevissimi ha assicurato alla giustizia l'uomo che nel giro di soli tre giorni aveva già messo a segno tre furti ai danni di attività, più un quarto tentativo fallito.
"Avendo valutato attentamente le dinamiche- ha spiegato questa mattina il questore durante una conferenza stampa- avevamo la certezza che se non fosse stato fermato in tempi brevi avrebbe continuato. Abbiamo fin da subito avvertito la sensazione di panico che stava dilagando soprattutto fra i titolari di farmacie, e grazie ad un lavoro di stretta collaborazione tra cittadini e forze dell'ordine è stato possibile rispondere prontamente".
Fondamentali le testimonianze delle vittime e dei testimoni, ma anche l'intuito investigativo: "Un'operazione che ha avuto un esito positivo proprio grazie alla commistione di tutti i fattori: i cittadini possono contribuire attivamente per la sicurezza e soprattutto per la percezione di sicurezza, anche semplicemente fornendo particolari che possono sembrare minimi, ma sono indispensabili, come in questo caso il colore della felpa. Basta poco per fare in modo che in questo tipo di indagini l'uso della tecnologia (come le telecamere di sorveglianza) e la partecipazione attiva dei cittadini si integrino a vicenda, ma il collante tra tutti gli elementi è senza dubbio l'intuito e la capacità investigativa dimostrata dagli agenti che hanno lavorato giorno e notte affinchè particolari come il colore della macchina o le cifre iniziali della targa avessero un significato. Dal primo giorno ho ripetuto che i cittadini non saranno mai soli e questo significa camminare insieme: la provincia della Spezia ha le stesse problematiche di ogni altra città, quello che deve fare la differenza in questi casi è la collaborazione tra istituzioni, che garantiscono interventi mirati ed organizzati per dare risposte certe, e la partecipazione attiva dei cittadini".
A descrivere i dettagli dell'operazione il capo della Squadra Mobile Girolamo Ascione: "In pochi giorni, dal 7 al 9 di maggio, l'uomo aveva già commesso tre rapine, più il tentativo di una quarta: le indagini sono partite fin dal primo momento". Lo studio degli elementi a disposizione della Polizia di Stato ha portato ad una prima risposta: il fatto che le attività prese di mira fossero tutte concentrate in poche centinaia di metri ha fatto capire che il ladro poteva abitare nella zona. Altri dati certi erano l'auto, di colore chiaro, forse bianca o gialla, vista da un testimone e le prime cifre della targa; il fatto che l'uomo fosse italiano, risoluto e senza particolari inflessioni nell'accento.
A questo punto gli agenti sono passati al vaglio delle immagini delle telecamere che, grazie ad un lavoro di esclusione e di comparazione tra gli orari, ha portato all'individuazione di una macchina in particolare, una Fiat Panda di colore giallo, con un riflesso sul lato che ha da subito attirato l'attenzione degli agenti: l'auto era quella, ma non si poteva vedere il numero di targa, nè si poteva risalire al conducente. Si capisce solo che quel riflesso poteva essere un adesivo.
A questo punto l'altra fase dell'indagine: passare al controllo di tutte le auto parcheggiate in zona, avendo individuato una via abitata da persone molto note alle forze dell'ordine.
"Non ci è voluto molto per trovare la Panda gialla, con l'adesivo di un'autofficina di Carrara che la identifica come auto di cortesia, anche i numeri della targa coincidevano. Abbiamo dunque deciso di installare un dispositivo Gps per monitorare i movimenti ed iniziare l'ultima fase di controllo e pedinamento". Ieri pomeriggio l'uomo si è fatto vivo e, fermato dalla volante, è stato perquisito: all'interno dell'auto di cortesia fornita da un'autocarrozzeria di Carrara alla madre dell'uomo, è stato trovato il coltello utilizzato durante le rapine, la felpa e i pantaloni. Ad R.S., spezzino del 1973, già noto per precedenti reati contro il patrimonio, non è rimasto altro che confessare, spiegando che aveva rubato perchè gli servivano i soldi per la droga. Sul cellulare sono inoltre stati trovati elementi che lasciano ipotizzare la volontà di lasciare l'Italia e recarsi in Inghilterra, ulteriore elemento che ha fatto propendere per la custodia cautelare in carcere.
A lui ora vengono contestati la rapina nella farmacia di via Lunigiana (600 euro di bottino), la rapina in un'altra attività della zona il giorno dopo (oltre 1000 euro), la rapina nella farmacia di via Sarzana (circa 100 euro) e il tentativo nell'ultima attività di viale San Bartolomeo, il cui proprietario ha scelto di alzare una sedia per difendersi e proteggersi facendolo desistere.