Arrigo Petacco, scomparso di recente, ricordò più volte come Restani, nel dopoguerra giovane giornalista, ma carico di passione civile, si adoperò in ogni modo per superare gli ostacoli politici e burocratici che impedivano la partenza delle due navi verso la Palestina, dove ancora non esisteva uno stato di Israele. Petacco lo chiama “cittadino esemplare e riservato, che non si è mai vantato di questa sua impresa meritoria”. Ma il suo nome compare in diversi libri ed articoli scritti nel dopoguerra in Israele dai sopravvissuti di quelle drammatiche vicende.
Ma di Restani parlò anche il generale Daniele Bucchioni, importante comandante partigiano e a lungo presidente provinciale dei Partigiani cristiani, sino alla sua morte. Restani infatti era stato partigiano nelle file della brigata internazionale guidata dal maggiore inglese Gordon Lett, e sempre vicina alla divisione “Val di Vara” di Bucchioni. In un articolo scritto nel 1995, poco la morte di Aldo, Bucchioni ne ricorda l’impegno generoso nella lotta partigiana. Ricorda in particolare come egli ricoprì il ruolo delicatissimo di ufficiale alle informazioni: di fatto, una sorta di agente segreto, incaricato di coordinare l’acquisizione di informazioni preziose sui movimenti dei nemici tedeschi e repubblichini. Egli svolse quel compito così importante con grande determinazione e con efficacia, contribuendo in modo significativo al positivo sviluppo delle operazioni militari.
Bucchioni scrive al riguardo: “Sono uomini della levatura di Aldo Restani che fanno grande e danno dignità e prestigio non soltanto alla formazione di appartenenza, ma all’intero movimento di liberazione”.
Sono le stesse caratteristiche che lo mossero nei giorni dell’esodo ebraico dalla Spezia. Un esempio di come la lotta partigiana sia stata, specie nei suoi uomini migliori, ben diversa da come certo revisionismo intende ora presentarla. Ed è bello ricordarlo nei giorni di un nuovo premio “Exodus” ...
Francesco Bernardi, presidente provinciale Associazione Partigiani Cristiani