Sarà una due giorni scandita dallo slogan “Nessuno si senta escluso”, quella del congresso del comitato Arci della Spezia. Alla presenza di una cinquantina di delegati verranno rinnovati gli organismi, compreso il consiglio direttivo, ed eletti i delegati per i successivi congressi a livello regionale e nazionale (che si svolgerà a giugno a Pescara).
Perché quello slogan? «Perché è un richiamo alla responsabilità verso la comunità – risponde Antonella Franciosi, presidente del comitato spezzino – Nessuno deve sentirsi escluso dal dovere di impegnarsi per il bene della comunità e nemmeno dall’esercizio dei propri diritti”.
Non a caso la prima giornata del congresso, con il saluto del sindaco Pierluigi Peracchini, si terrà venerdì 20 aprile dalle 15.30 alle 19.00 nel carcere di villa Andreino, “un luogo da sempre oggetto delle nostre attività”.
“È una scelta che abbiamo sentito fortemente – spiega il dirigente dell’associazione Marco Sani – lavorando da tempo con vari progetti all’interno del carcere, che è il luogo principale dell’esclusione. Vogliamo rompere anche solo simbolicamente il muro che separa gli ‘utenti’ di villa Andreino dalla città”.
Il comitato Arci della Spezia oggi conta 7100 soci e più di quaranta circoli sul territorio (quasi la metà, fra l’altro, sono circoli giovanili). “La nostra associazione è in buona salute”, assicura la dirigente Stefania Novelli.
La seconda giornata del congresso, invece, si terrà sabato 21 aprile nel salone Arci di via XXIV Maggio; invitati alla due giorni anche i soggetti che in passato hanno collaborato con l’associazione, come Caritas, Cgil, Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) e Raot (Rete anti omofobia e transfobia).
A proposito di Caritas, Franciosi non rinuncia a una stilettata all’amministrazione guidata da Pierluigi Peracchini, riguardo all’assenza della Lega durante la cerimonia di conferimento delle benemerenze (anche) a don Palei, direttore della Caritas: “Il fatto che la Lega non abbia presenziato rappresenta bene come sia cambiata l’amministrazione della città: dalle civil card siamo arrivati a non poter più menzionare la parola integrazione”.