Continuano le iniziative a protezione del Parco in una partecipata ed orgogliosa reazione contro ogni ipotesi di chiusura. L’ultima ieri 14 aprile al circolo Barontini ha accolto una grande presenza delle Istituzioni per ribadire quanto i parchi rappresentino davvero un’ultima barriera alla speculazione edilizia ed una grande possibilità di sviluppo del territorio, specialmente in una Regione tanto rappresentativa dal punto di vista paesaggistico quanto già sufficientemente martoriata. L’incontro presieduto da Alessandro Poletti (Presidente Circolo “Valdimagra” di Legambiente) ha avuto la presenza del Presidente del Parco, Pietro Tedeschi, dei Consiglieri regionali Juri Michelucci (Pd), Alice Salvatore (M5S) e Francesco Battistini (Rete a Sinistra/Liberamente Liguria), dei Sindaci Mara Bertolotto, (Sindaco di Pignone), Alessandro Silvestri (Sindaco di Luni), Emiliana Orlandi (Sindaco di Arcola) e Francesco Marchese (Assessore Pianificazione Territoriale Comune di Castelnuovo Magra), oltre a vari consiglieri comunali (Raffaella Fontana da Ameglia - Federica Giorgi -Euro Mazzi -Valter Chiappini - Andrea Fantini) e membri di Associazioni Ambientaliste e Comitati della Val di Magra. Lamentata da parte di Poletti l’assenza del Sindaco o di un rappresentante dell’amministrazione sarzanese.
“Nonostante alcune voci dissenzienti questo Parco è un elemento di attrazione e questo rende ancora più folle l’idea di cancellarlo con un tratto di penna, oltretutto con una proposta di abrogazione non circostanziata – apre la conferenza Poletti - questa iniziativa nasce per continuare a dimostrare che il Parco del Magra è un soggetto vitale e attrattivo e per questo ho invitato le istituzioni a tutti i livelli per parlarne assieme e per testimoniarne l’importanza”.
“La scellerata gestione passata della vallata e delle sponde del fiume, a cui triste testimonianza rimangono le oltre 40 discariche ancora presenti, è finita, e questo proprio in conseguenza alla nascita del Parco di Montemarcello-Magra-Vara – dichiara il Pres. Tedeschi – ho quasi voglia di ringraziare il regionale Andrea Costa perché, senza volerlo, ha riacceso i riflettori su questa grande ricchezza che è il Parco e stimolato noi per primi, e tutta la politica, in sua difesa e necessaria valorizzazione. I 4 Comuni che hanno chiesto di entrare a farne parte (Castelnuovo, Luni, Riccò del Golfo e Pignone) sono qui a dimostrare la sua vitalità ed apprezzamento, ed a smentire chi ne chiede la chiusura. Vedo positivamente l’iter delle cose che ci riguardano e ringrazio le Associazioni Ambientali e l’appoggio dei Sindaci della vallata. Se oggi se ne discute in tutti gli ambienti vuol dire che siamo vivi e necessitiamo di attenzioni”.
Il Parco del Magra è nato nel 1982 per arginare l’aggressione all’ambiente fluviale unico in Italia, la sua peculiarità di attraversare sei microclimi diversi lo ha reso un serbatoio di biodiversità, di molto superiore rispetto alla media dei fiumi Nazionali. Nel 1995 poi il Parco Fluviale del Magra si è fuso con il Parco di Montemarcello, anch’esso pregiato per la presenza di numerosi endemismi, e contiguo al Parco fluviale. Così è Nato il Parco di Montemarcello – Magra che oggi si estende ad ambienti unici della Val di Vara, diventando così Parco Montemarcello-Magra-Vara. Ulteriore riconoscimento al Parco è arrivato dalla sua inclusione nel SIC (Sito d’Interesse Comunitario) per la presenza di specie faunistiche e floristiche e di habitat tutelati dalla Direttiva 93/42 dell’Unione Europea.
“La manifestazione promossa oggi da Legambiente è stata un altro tassello importante per dimostrare la capacità ed il ruolo che il Parco ha sul territorio – prosegue Tedeschi - l’hanno detto i sindaci dei 16 Comuni che ne fanno parte e i 4 che ambiscono ad entrarne, l’hanno detto e ribadito i Consiglieri Regionali, per cui credo che questo Parco abbia un grande futuro come volano di un grande territorio da sviluppare. Nel piano quadriennale del Parco e nei piani attuativi, con progetti completi e compiuti, si possano trovare le soluzioni ai problemi storici sempre abbandonati. Abbiamo dei ritardi legati in parte all’impossibilità di avere finanziamenti ma con il nuovo piano regolatore del Parco i 4 nuovi Comuni entreranno, con importanti e significativi apporti come Luni e la sua cultura storica, e come Castelnuovo con la sua cultura economica, storica e culturale. Il Parco ha avuto in questi 10 mesi passati dalla data della proposta regionale di abrogazione non ancora discussa, grandi consensi politici, civici e sociali”.
Non solo barriera all’imperversare della speculazione edilizia ma strumento di tutela ambientale e paesaggio fonte di ricchezza e sviluppo, a giudicare dagli indiscutibili dati ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sul rapporto tra qualità ambientale e turismo). L’attrattività di un territorio è data dalle sue bellezze paesaggistiche oltre che dall’accoglienza e ricettività, dalla storia e qualità dei borghi, dagli spazi boschivi e dalla limitatezza degli insediamenti urbani.
“Oggi è necessario di un salto di qualità del ruolo del Parco, c’è necessità di dare risposte programmatiche e progettuali che rispondano a problemi generali che i singoli Comuni non possono risolvere – prosegue Tedeschi - dobbiamo andare verso un “Contratto di fiume” che comprenda anche la Regione Toscana, un grande progetto di prevenzione che incida sulla pulizia degli alvei, per evitare ogni anno di sperperare tempo e soldi per la pulizia delle spiagge. Il rinnovo del nuovo piano del Parco dovrà essere espressione delle attività umane del territorio, sia di quelle di tutela che di quelle di produzione, il Parco va visto non come ostacolo allo sviluppo ma come un fattore di sviluppo, partendo dal concetto fondamentale che non c’è tutela senza fruizione – Tedeschi cita dei punti essenziali del programma in corso - alcuni punti fondamentali:
- Il problema frantoi, su cui si sono fatti piccoli passi nel tavolo regionale
- La necessità di un progetto di bonifica delle discariche con necessari finanziamenti, anche qui piccoli passi ma stiamo andando avanti
- Il Contratto di Fiume per la salvaguardia dei corpi idrici superficiali e profondi, indispensabile e importante, che sia gestito da chi si vuole ma che sia fatto
- Piano della Nautica, un buon piano attivato ma non ancora attuato
- Sfruttare al meglio i fondi europei a disposizione, ora sprecati e resi
- Un Fondo Rotazione Progettualità che dia a tutti i parchi la possibilità di attivare progetti
- l’inserimento della Tenuta di Marinella nel Parco
- recupero del commercio storico e culturale da valorizzare”.
Nella lunga assemblea ogni Sindaco e/o Assessore presente hanno fatto propri interventi sull’argomento, pienamente concordi sull’importanza del mantenimento del Parco come struttura sovra comunale necessaria alla salvaguardia dell’ambiente e delle comunità stesse, ribadito la necessità di allargare ancora questo Ente come bene comune e come ritorno importante per il territorio. Convinzione ed unione di intenti anche negli interventi dei Consiglieri regionali; dagli impegni presi dal Consigliere Michelucci ed ai suoi ringraziamenti al Presidente Tedeschi sul lavoro effettuato, ritrattando volentieri le proprie critiche iniziali all’insediamento del Presidente: “Tutte le iniziative portate avanti su questa tematica devono continuare – spiega Michelucci - e mi auguro anche che la comunità del Parco in primis sia la principale fautrice di una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini sulle proposte fatte dal Presidente, perchè ancora si notano risentimenti di alcuni verso l’Ente, a discapito della sua importanza”, alla Salvatore che ha evidenziato e segnalato dove la Regione può reperire fondi, circa 360.000 euro che andrebbero ben ad aiutare i miseri 50.000 per ora resi disponibili.
Cauta la Salvatore sulla valutazione della proposta di abrogazione presentata da Costa, ridotta da altri a semplice mossa propagandistica: “Sicuramente è vero che questa proposta di abrogazione è stata presentata per avere una maggiore visibilità mediatica, però non escluderei che questo intento sia completamente scorporato dalla volontà di arrivare davvero a tale obbiettivo”. “Dieci mesi a parlare di “Parco si, Parco no” e relativa proposta di abrogazione mentre la tenuta di Marinella si avvia, forse, verso una fase terminale della tenuta con un compratore – ha denunciato Battistini - il grande tema era quello di lavorare per annettere subito la tenuta di Marinella al Parco e vincolarne il suo aspetto naturalistico, forse si è perso tempo e ora dobbiamo recuperarlo. Siamo ancora nei tempi dell’iter di Commissione, arriveremo in fondo alla proposta di abolizione e vedremo veramente la sua vera motivazione, scopriremo se siamo stati “Zimbellati” e se dietro c’è veramente lo zampino di Volpi. Noi ci opporremo con forza all’abolizione di un Parco che và protetto perché è sentirsi parte di una comunità, una visione di insieme altresì confinata all’interno di ogni territorio”.