Isola Palmaria, giardino botanico di terra e di mare: un anno di lavoro speso bene, per realizzare un progetto ecologico che coinvolge tutta l’Isola valorizzandola anche sotto il profilo economico: è questa l’idea di fondo che verrà presentata domani, sabato 10 marzo nella sala consiliare di Portovenere, comune che ha dato il patrocinio all’iniziativa di studio e approfondimento portata avanti dal “gruppo progettante”, formato da Laboratorio Palmaria, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Grasp the Future, Portovenere tvb.
“Un gruppo di associazioni nazionali e locali – sottolinea il professor Giorgio Pizziolo - che hanno lavorato insieme e hanno prodotto questo progetto alternativo al masterplan”.
Su quali presupposti?
La domanda iniziale era: come si gestisce un parco regionale? Dopo sopralluoghi, interviste e studi si è constatato che negli ultimi anni l'isola si è rigenerata dal punto di visto naturalistico in modo quasi del tutto spontaneo, dopo il disboscamento subito nell’immediato dopoguerra. L'isola è rinata in tutto il suo splendore mediterraneo. Abbiamo quindi pensato alla realizzazione di un giardino botanico naturalistico che consentirebbe la sua conservazione ma al tempo stesso una sua valorizzazione, con gli abitanti chiamati a collaborare nelle gestione turistica, con in più la grande opera di recupero a fini culturali e turistici delle strutture militari.
Con quali strumenti normativi?
Nel masterplan della Regione è previsto tra le altre cose di cedere parte di questo patrimonio, noi pensiamo invece ad un programma di recupero degli ambienti storici abbandonati, un modello di recupero da esportate in seguito in tutta la Liguria. Tutto ciò, da attuare - a differenza del Masterplan - tramite la sottoscrizione di un Contratto d’Isola, ovvero un accordo di programmazione tra tutti i soggetti interessati, sulla falsariga di quelli in genere utilizzati nei comprensori territoriali interessati da specchi acquei come fiumi e laghi, con l’interessamento delle popolazioni ai piani di sviluppo.
Su quali linee guida?
Si parte dal recupero dell’ agricoltura nel rispetto del giardino botanico, si dice stop alle a nuove costruzioni, si approfondisce la tematica scientifica e culturale nella zona archeologica e nei siti fortificati ex militari, si pianifica un collegamento ai fondali marini, perché la Palmaria è lambita da tre mari diversi ovvero golfo, mare aperto e canale di Portovenere con biodiversità rilevanti, senza parlare del santuario dei cetacei di dimensione mediterranea, una prerogativa importante anche per accedere ai finanziamenti Ue, un orto botanico naturalistico sia in terraferma sia in mare con una nuova disciplina per la sua fruizione, con accessi mirati, l’isola diventerebbe il terminale del Parco delle Cinque terre, al tempo stesso un luogo di visita di alta qualità anche nei confronti di Portovenere e del golfo, sito pilota dal punto di vista naturalistico per tutti gli enti.
Per saperne di più, puoi scaricare il pdf sul progetto.