Al momento i lunghi tentativi di accanimento terapeutico sperimentati sulla Fattoria di Marinella non hanno sortito effetto alcuno, anzi, al paziente in questione affetto da storica malattia pare venire meno l’ultima cannula di ossigeno collegata. Renovo Spa (ultimo ed unico acquirente interessato) necessita di tempi lunghi per l’attesa decisione in merito e la fattoria soccombe al suo destino, da molti considerato come ampiamente conclamato. Il termine ultimo del 31 dicembre 2017 per la tenuta in liquidazione è già abbondantemente passato e l’Azienda mantovana (Renovo) unica interessata alla proprietà, pare confermare solo la proposta di un affitto triennale e non il vero e proprio acquisto.
Ma la fattoria ha da tempo esaurito le proprie risorse e il solo investimento di tre anni non è sufficiente ad assicurare il suo prosieguo né, tantomeno, a coprire i debiti milionari di Marinella Spa.
Quello che succede nelle “segrete stanze” non ci è dato a sapere in realtà, ma la classica speranza “ultima a morire” cozza fragorosa contro le fughe di notizie, la disperazione dei dipendenti, i tempi sempre più ristretti della trattativa e i denari necessari per comprare il mangime e pagare i fornitori. Una parabola discendente non solo di un marchio latte, ma di tutta un’irripetibile area posizionata tra campagna e mare, uno spicchio di pianura in cui la politica si è mischiata da tempo al business e libero mercato. Nei tempi passati l’unico proprietario (MPS) aveva cercato di avviare una megalottizzazione per farne un villaggio turistico con appartamenti, 200 esercizi commerciali, divertimenti e porticciolo turistico (900 posti barca), con la conseguente vendita alla cordata composta da Consorzio Cooperative Costruzioni, Unieco Società Cooperativa, Società Italiana Condotte d’Acqua Spa e Condotte Immobiliare Spa per acquisire il 75% del capitale di Marinella Spa in vista di un affare presunto di 300 milioni di euro. Poi il nulla.
Ora del “Progetto Marinella” è rimasto solo il sito web e nel nulla non è finita solo l’azienda agricola ma Marinella tutta. Non solo la Tenuta ed il centro storico ormai abbandonato ma anche le costruzioni nuove e le spiagge, normalmente oro colato per un Comune che potesse disporne senza i freni ed i diktat di possedimenti e interessi altrui. In tutti questi lunghi anni di attesa di un “Affarone” che soddisfacesse la proprietà ed i propri debiti,
Marinella si è cristallizzata, bloccata e avvitata su se stessa, nell’indecisione e nell’incuria. Un suicidio assistito che pagano ora non solo i circa 25 dipendenti del marchio latte ma anche i marinellesi tutti, un lungo stillicidio senza fine di una zona unica in cui nessuno ha più voluto investire in nulla, tantomeno nei vetusti macchinari dell’azienda latte. Degli interessi presunti di Bonifiche Ferraresi, o di Farinetti, o degli Arabi per la Colonia Olivetti etc, non si sa più nulla, rimangono come sicurezze storiche solo le speculazioni ambite e fallite, un debito attuale di circa 28 milioni di euro, le inondazioni, gli incendi (di ottobre e giugno), i canali non più manutenzionati ed il Piano Spiagge ancora bloccato. Renovo Spa è l’ultima flebile speranza la cui debole fiammella, al momento, pare traballare e spegnersi. Il fondatore di Marinella, Carlo Fabbricotti (detto Carlaz). dedicò parte della sua vita, delle sue energie e dei suoi investimenti nella bonifica dei terreni per la realizzazione della tenuta agricola, facile pensare si stia rivoltando nella propria tomba, nella Cappella Gentilizia immersa nella pineta litoranea dove riposa con la famiglia.