C'è chi percorre le strade dissestate di Villa Ollandini mano per mano e col naso all'insù, per cercare di intravedere qualche rimasuglio in buono stato della struttura, chi con le scarpe comode da trekking, e chi ci passa in bici, desideroso di dare qualche pedalata in mezzo alla natura, che ormai, insieme al degrado, si è impossessata dell'elegante abitazione.E ancora, studenti in cerca di un luogo appartato dove ripetere la lezione, pensionati, che staccano e gustano i frutti dalle piante di pompelmo, e soprattutto, turisti da fuori Italia, che si avventurano fra i rovi per una passeggiata, ma probabilmente ignari del patrimonio culturale che li sta circondando.
Insomma una location, la Ollandini, che riesce ad attrarre gente nonostante sia martoriata dagli atti vandalici che continua a subire, dall'ambiente aggressivo che la sta divorando e, prima di tutto, chiusa al pubblico da anni a questa parte. Non mancano ovviamente le visite di qualche probabile senzatetto, dei quali è visibile l'attività dai resti dei falò usati per riscaldarsi, indumenti abbandonati, lattine e plastica varia, lasciata a fianco alla legna bruciata, ma che non sono sufficienti per scacciare la curiosità e la voglia di camminare delle decine di visitatori che ancora rendono viva la villa.
Sono stati circa una quindicina le persone viste dai collaboratori di Gazzetta della Spezia in poco più di un'ora, utilizzata per la realizzazione di questo video dove vengono mostrate le condizioni della zona, e questo basta per poter immaginare il potenziale che potrebbe avere questo bene culturale attualmente abbandonato a se stesso. Quanti turisti potrebbe attrarre Villa Ollandini se riuscisse a tornare allo splendore di un tempo?